Tra il rosso e il blu

Parola a Simone Ferrero, tra il rossoblù della Rocchettese e quello del Genoa

Il dirigente della società valbormidese commenta il "limbo" in cui stanno sospese le realtà dilettantistiche e analizza il momento complicato del Genoa

Rocchettese Vs Sassello

Il dirigente della Rocchettese Simone Ferrero torna sul tema sollevato dall’Asd Plodio (QUI) circa una ripresa troppo frettolosa dei campionati ed esprime perplessità nei confronti un inizio programmato in base a una ripresa delle sedute di allenamento a metà gennaio. In effetti, numerosi esperti mettono in guardia e ipotizzano l’arrivo di una terza ondata a cavallo tra il primo e il secondo mese del 2021. Che senso ha allora parlare di ripresa, o di avvio nel caso della Seconda Categoria, se poi si sarebbe punto e a capo con giocatori che sarebbero spinti ad alzare bandiera bianca per la legittima paura del contagio?

Viviamo un momento di disarmo e sconforto – commenta Ferrero – come tutti d’altronde. Siamo fermi fino a metà gennaio quando pare che si potrà riprendere. Tuttavia, ho la grande impressione che si continuino a dare false speranze. Il Plodio, seppur ad alcuni possa non risultare simpatico, è una delle poche società che dice sempre quello che pensa senza farsi problemi. Stando alla situazione attuale, mi pare impensabile pensare a iniziare o riprendere i campionati, anche se ci auguriamo che questo possa accadere”.

La vita di Simone Ferrero è scandita dai colori rosso e blu. Non solo quelli del sodalizio cairese, ma anche quelli del Genoa. Ferrero infatti è opinionista del programma One Genoa sull’emittente New Signal.

Un commento dunque sulla gara pareggiata dai Grifoni contro la Fiorentina in occasione del posticipo di lunedì. Un pareggio utile per muovere la classifica, che però non può che lasciare l’amaro in bocca visto che il goal rossoblù è stato messo a segno da Pjaca al minuto 89, vantaggio che gli uomini di Maran non sono riusciti a conservare poiché reso vano o quasi dalla rete allo scadere del lungo recupero siglata da Milenkovic. “Quella di lunedì – commenta Ferrero – è stata una partita stranissima dove si è  visto un pessimo livello ambo i lati. Si è accesa solo negli ultimi minuti. Tralasciando il minuto e quaranta in più che è stato concesso, che si può discutere, mi preme sottolineare come questo Genoa non abbia più nulla da dire sotto questa guida e soprattutto sotto questa gestione. La ‘questione Preziosi’ è il vero problema della società, che da anni bazzica nei bassifondi, cosa che per blasone, tifo e storia non merita assolutamente”.
“Le colpe più grandi non sono secondo me da ricercare nell’allenatore – continua – ma nella qualità tecnica e nella forma psicofisica dei singoli componenti della rosa. Si è evidenziato chiaramente come il Genoa non abbia a disposizione un centrocampo di qualità e due centrali difensivi di solido sostegno. I centrocampisti sono un elemento essenziale per permettere agli attaccanti di ricevere una quantità sufficiente di palloni da poter calciare in porta e i centrali sono fondamentali per avere maggiore sicurezza e solidità a protezione del portiere. Con ciò la partita contro la Viola è da sei in pagella visto i pessimi risultati consecutivi da cui arrivavamo, ma sta di fatto che pareggiare così fa male a livello psicologico”.

Secondo Ferrero, i peggiori della trasferta del “Franchi” sono stati Zapata, Radovanovic, Shomurodov.  “Premetto – puntualizza – che ne avrei potuti inserire molti di più ma ho scelto questi per averne uno per reparto. Il primo sta dando dimostrazione di non essere più all’altezza di reggere novanta minuti e di non avere più gli stimoli per giocare nel Genoa. Il secondo è semplicemente un giocatore da Serie B. Il terzo (giustificato dal fatto che riceve pochi palloni) ha a mio avviso difficoltà ad ambientarsi e soprattutto a giocare insieme a Scamacca, i due per alcune caratteristiche sono simili e questo li porta a volte a pestarsi i piedi”.

Le note positive, invece, portano i nomi di Sturaro, “partita di grande quantità, è andato su tutti i palloni e ha lottato”, Goldaniga, “si è immolato in più occasioni di fronte agli avversari”, e Pjaca, “non solo per il goal ma per essere entrato in campo e aver fatto cambiare ritmo al Genoa”.

Infine, voto insufficiente per mister Maran: “Non penso che abbia indovinato i cambi. Credo che abbia sbagliato formazione. Non solo insiste con moduli inefficaci ma allo stesso tempo cambia continuamente formazione. Guardandola, la gara di lunedì faceva pensare che Maran avesse già la valigia in mano”.

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