Gesto increscioso

Calcio, notte di paura per l’ex savonese Federico Gentile: incendiato il portone dell’abitazione

Il giocatore di fiducia di Ninni Corda, direttore tecnico della squadra pugliese, è stato vittima di un episodio intimidatorio

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Foto d'archivio

Savona. Durante l’estate il Foggia Calcio, società che per ben undici stagioni ha partecipato alla Serie A, ha fatto ritorno in Serie C, dopo un solo anno trascorso in Serie D, vincendo il campionato grazie alla penalizzazione del Bitonto, che si era classificato primo, per un illecito sportivo.

Tra i protagonisti del successo dei rossoneri Ninni Corda, che aveva iniziato la stagione nel ruolo di direttore tecnico. Già ad inizio settembre l’ex tecnico del Savona era stato chiamato a sostituire il dimissionario Amantino Mancini nel ruolo di primo allenatore. In questa stagione, invece, la guida della squadra era stata affidata ad Ezio Capuano, sostituito prima del via del campionato da Vincenzo Maiuri e, ad inizio ottobre, da Marco Marchionni.

Ninni Corda, che quest’anno è tornato a ricoprire il ruolo di direttore tecnico, non è l’unico ex savonese nel Foggia. Tra i calciatori rossoneri, infatti, c’è Federico Gentile. Centrocampista, è da tempo uno dei giocatori di fiducia di Corda che lo allenò al Savona nel 2013/2014 e nella stagione successiva. Quando l’ex tecnico biancoblù ripartì da Como nel 2017 lo volle con sé; allo stesso modo, nell’estate del 2019, con la rifondazione della società pugliese, Gentile fu il primo giocatore ad essere scelto.

Durante la notte appena trascorsa, Gentile è stato vittima di un episodio di intimidazione. Il portone d’ingresso della sua abitazione, che si trova nelle vicinanze dell’Amgas a Foggia, è stato dato alle fiamme. L’episodio è avvenuto intorno all’1,30; Gentile è riuscito a spegnere il rogo con l’aiuto di un vicino.

Nelle scorse settimane la società rossonera era finita nel mirino delle critiche di alcuni tifosi che chiedevano a gran voce all’attuale proprietà di farsi da parte. La protesta era sempre avvenuta tramite striscioni che invitavano a vendere il sodalizio, senza però sfociare in gesti violenti. Molto probabilmente, l’atto avvenuto nella notte è legato a queste vicende calcistiche, dato che l’esperto Gentile, classe 1985, lo scorso anno capitano della squadra, viene visto come rappresentante sul campo della proprietà.

“Questa notte si è verificato un episodio increscioso, che mi riempie di rabbia e sdegno: ignoti criminali hanno incendiato la porta di ingresso della casa di Federico Gentile, giocatore e capitano del Foggia calcio”. Sono le parole del sindaco di Foggia, Franco Landella, sottolineando che “al momento dell’accaduto il capitano era in casa con la sua famiglia, moglie e due bimbi piccoli, e l’incendio avrebbe potuto provocare effetti molto peggiori e devastanti. Abbiamo a che fare con balordi”.

“Non possiamo – ha proseguito il primo cittadino – restare inermi dinanzi ad un episodio così terribile e violento. Non è giusto che una sparuta minoranza criminale e violenta debba rovinare l’armonia di un’intera comunità: non possiamo stupirci se il nostro amato territorio finisca in fondo alle classifiche sulla qualità della vita. Non stupiamoci se qui la gente ha paura e questo clima di sospetto e terrore spaventa gli investitori e tutte le persone di buona volontà che vogliano scommettere su questa terra”.

“Foggia non ci sta. In qualità di primo cittadino e tifoso amante del Foggia Calcio – conclude – esprimo tutto il mio sostegno e la mia solidarietà a Federico Gentile e alla sua famiglia”.

Federico era sul divano con le figlie piccole ed ha visto il fumo entrare in casa. Stanotte poteva succedere una tragedia, fortunatamente sono intervenuti i vicini con dei secchi d’acqua ed hanno spento le fiamme”. Il presidente del Foggia, Roberto Felleca, ha così commentato l’accaduto. “È l’ennesima intimidazione che subisce questa società – ha concluso Felleca -. Sono convinto che non sia questa la vera tifoseria del Foggia, ma è il momento di dimostralo e non di tacere”.

La Lega Pro condanna duramente l’episodio. “Il gesto increscioso, vile, ingiustificato dell’incendio della porta della sua casa non ha niente a che fare con i valori che il calcio deve rappresentare” fa sapere in una nota. “Se non ci fosse la pandemia causata dal Covid sarei già a Foggia – sono le parole del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli – come feci, qualche tempo fa, per un atleta di grande spessore umano come il portiere Ginestra. A Federico e alla sua famiglia va la solidarietà della Lega Pro e di tutti i suoi club. La violenza deve essere bandita dalla vita e non deve assolutamente mettere in pericolo la vita di nessuno”.

Il presidente Ghirelli ha lungamente parlato con il prefetto Raffaele Grassi e con il questore Paolo Antonio Maria Sirna e li ha ringraziati per l’attività di prevenzione e contrasto che le forze dell’ordine stanno svolgendo. Il presidente Ghirelli ha anche avuto una conversazione telefonica con il presidente del Foggia, Roberto Felleca.

Il tutto in una stagione che vede la neopromossa Foggia occupare la sesta posizione in classifica con 18 punti in classifica.

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