Provincia. “Sotto l’albero di Natale abbiamo trovato l’ennesima sorpresa negativa”. Così Angelo Berlagieri, presidente dell’Unione provinciale albergatori di Savona, commenta le nuove regole per la gestione dei conti correnti in “rosso”, dettate dall’Eba (l’autorità bancaria europea) che entreranno in vigore dal 1° gennaio e influiranno sia sulle aziende che sulle famiglie .
Due le novità importanti. Stop agli addebiti automatici nel caso in cui gli utenti non abbiano adeguata disponibilità sul proprio conto, in questo caso il relativo “Rid” verrà bloccato e cancellato dalla banca provocando così problemi per i pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali e rate di finanziamenti. Ma non solo, le direttive prevedono che dopo tre mesi di mancati pagamenti da 100 euro in su, la banca segnali il cliente alla centrale rischi.
Nuove regole che spaventano e preoccupano famiglie e imprese: “Questa norma già in condizioni normali sarebbe inaccettabile, per la normale dinamica di lavoro delle imprese che hanno regolarmente oscillazioni dei propri flussi di cassa in entrata e in uscita, ma in questo momento storico rasenta la follia – sottolinea Berlangieri – Com’è possibile pensare che dopo un anno in cui ci sono state perdite nel mondo della ricettività alberghiera del 70% dei ricavi rispetto al 2019 e con prospettive per i prossimi mesi del tutto imprevedibili che una norma del genere sia sostenibile? Non lo è assolutamente e rischia di essere la classica goccia che fa traboccare il vaso nei primi mesi del 2021 verso il default di parecchie imprese turistiche con le drammatiche conseguenze in termini di perdita di valore aggiunto economico e di posti di lavoro che questo comporterà”.
E poi aggiunge: “Da mesi tutte le associazioni di categoria a livello nazionale hanno chiesto con forza di sospendere per il 2021 la norma e di rivederla nei suoi contenuti. Risultato? Siamo arrivati a pochi giorni dalla sua entrata in vigore e non è successo nulla. Purtroppo e drammaticamente chi ci rappresenta non ha né la conoscenza né la sensibilità di quali siano i problemi e le situazioni reali che le imprese e le persone stanno affrontando e dovranno affrontare nei prossimi mesi e colpevolmente sta mettendo a rischio la tenuta del tessuto economico (soprattutto delle nostre imprese turistiche che più di tutte hanno subito negativamente gli effetti della pandemia) e la sopravvivenza economica di milioni di persone”.
“Tutto questo è incomprensibile e inaccettabile – conclude il presidente dell’Unione provinciale albergatori di Savona – e purtroppo, lo dico con dispiacere e grande delusione, a nulla sono serviti gli appelli e le richieste motivate ed oggettive rivolte a chi ci governa e rappresenta, il tempo delle attese è finito, non ci resta che il coraggio della disobbedienza civile”.
Sull’argomento è intervenuta Bankitalia che ha cercato di chiarire le nuove regole: “Non sarà sufficiente uno sconfinamento di 100 euro per essere segnalati in default. È necessario che lo sconfinamento superi la ‘soglia di rilevanza’, cioè che superi contemporaneamente sia la soglia assoluta (100 o 500 euro, a seconda della natura del debitore) sia quella relativa (1% dell’esposizione) e che lo sconfinamento si protragga per oltre 90 giorni consecutivi (in alcuni casi, ad esempio per le amministrazioni pubbliche, 180 giorni). La possibilità di sconfinare non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca. Dal 1° gennaio, come già oggi, le banche potranno continuare a consentire ai clienti utilizzi del conto, anche per il pagamento delle utenze o degli stipendi, che comportino uno sconfinamento. Si tratta tuttavia di una scelta discrezionale della banca, che può consentire oppure rifiutare lo sconfinamento”.
Ma c’è un altro dubbio importante: se un debitore è classificato a default sulla base della nuova definizione, è classificato automaticamente anche “a sofferenza” nella Centrale dei Rischi? Bankitalia spiega: “La definizione di ‘sofferenze’ non viene toccata dalle nuove regole europee sul default. Gli intermediari segnalano un cliente ‘in sofferenza’ solo quando ritengono che abbia gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il suo debito. La classificazione presuppone che l’intermediario abbia condotto una valutazione della situazione finanziaria complessiva del cliente e non si sia basato solo su singoli eventi, quali ad esempio uno o più ritardi nel pagamento del debito. Non vi è dunque alcun automatismo tra la classificazione a default e la segnalazione a sofferenza in CR. Pertanto non è vero che basta uno sconfinamento o un ritardo nei pagamenti per somme anche solo di 100 euro per dar automaticamente luogo a una segnalazione a sofferenza, con il conseguente rischio di compromettere o rendere più oneroso il futuro accesso al credito del cliente presso l’intero sistema bancario”.