Liguria. Bar e ristoranti aperti, ma non i circoli che non possono somministrare cibo o bevande nemmeno fino alle 18. A riproporre il tema, dopo l’ultimo Dpcm, è l’Anpi che ricorda come così si continui ad azzerare “uno dei pochi mezzi di autofinanziamento di realtà fondamentali per la comunità”.
“Nel lungo e complicato percorso della lotta contro la pandemia da Covid-19, tra le categorie più penalizzate ci sono i circoli culturali, le realtà associative – alle quali fanno riferimento anche le sedi di molte sezioni Anpi, ricorda la nota – che, nonostante si siano a più riprese messi in regola con le norme anti contagio e anti assembramento, sono rimasti esclusi dalla possibilità di riaprire le attività di somministrazione di cibi e bevande fino alle ore 18 come previsto dall’attuale zona gialla disposta per il territorio della Liguria”.
“A bilanci già scarsi, messi in crisi dall’impossibilità di svolgere feste o momenti di incontro, si aggiunge ora un divieto immotivato – dice l’Anpi Genova – non sono quei caffè e quelle bibite a cambiare il bilancio economico finale di un anno drammatico per le realtà associative, ma anche il colpo finale all’idea di un luogo di incontro sicuro, di socialità importante specialmente, di lotta al degrado delle periferie e contro la solitudine che colpisce ogni fascia d’età, specie nei piccoli centri o nei quartieri”.
“Per questo Anpi chiede alle forze politiche e alla Regione Liguria di prendere in considerazione la revisione della normativa per i circoli – conclude la nota – Altrimenti il 2021 potrebbe essere anche l’anno in cui anche questa storia ultracentenaria di solidarietà sociale così ramificata nel territorio rischia di chiudere per sempre. Con un danno enorme per l’intera comunità”.