Polemica aperta

Centro Varaldo Savona, la Provincia rassicura: “Dalla sua vendita risorse per strade e scuole”

Rete a Sinistra e minoranze a Savona all'attacco sul cambio di destinazione d'uso, ma il percorso è ormai tracciato

Provincia - Palazzo Nervi

Savona. In questi giorni è ripresa l’accesa discussione sulla destinazione d’uso dello stabile ‘Varaldo’, già al centro di polemiche nelle settimane e mesi scorsi. Infatti, il 17 dicembre è stata approvata la variante urbanistica in commissione consiliare a Savona, a seguito della scelta dell’amministrazione provinciale di vendere all’asta l’immobile, una decisione che è criticata dalla componente di minoranza del consiglio comunale, supportata dal consigliere regionale Gianni Pastorino.

“Oggi abbiamo un’occasione di rilancio, ma la giunta di centrodestra punta sempre al solito sistema: costruire un’area residenziale anziché un centro culturale”, dichiarano gli esponenti di Rete a Sinistra, Noi per Savona e Linea Condivisa.

“Da tempo, purtroppo, il centro ‘Varaldo’ di Savona si trova in condizioni di degrado, dopo che, per anni, ha rappresentato un importante punto di aggregazione della città”, continuano. Infatti, in passato è stato Istituto per l’Infanzia e poi centro di formazione professionale provinciale.

“E’ stato per anni un importante punto di riferimento formativo e culturale della città e riteniamo possa ancora esserlo. Da un lato potrebbe sopperire alla costante carenza di strutture scolastiche, accentuata dalla pandemia, dall’altra potrebbe, grazie a fondi europei, divenire, o meglio tornare ad essere, un importante centro formativo, ad esempio in ambito turistico”, aggiunge il consigliere comunale Marco Ravera, capogruppo di Rete a Sinistra a Savona.

“La Giunta comunale ha proposto di modificare l’attuale area del centro Varaldo da ‘servizi’ a ‘residenziale’ il che è piuttosto strano, in una città come Savona, che è una dei centri più vecchi d’Italia, e ha centinaia di appartamenti sfitti. In questi casi si dovrebbe lavorare affinché un polo così strategico come il Varaldo diventi attrattivo per le future generazioni e, invece, si continua a parlare di edilizia residenziale sia con la costruzione di nuovi alloggi, sia andando a modificare la destinazione urbanistica di ‘vecchi’ edifici”, commenta il capogruppo di Noi per Savona Mauro Dell’Amico.

Non si fa attendere la risposta del vicepresidente della Provincia di Savona Francesco Bonasera: “Credo che in democrazia sia giusto esprimere le proprie opinioni ed anche dissentire, ma prima è opportuno documentarsi”.

“Con il Varaldo abbiamo perso una grande occasione. Il sottoscritto, che detiene la delega all’edilizia scolastica, con l’accordo del presidente Olivieri, decise proprio di impegnare un’immobile di proprietà della Provincia di prezioso valore per destinarlo a sede scolastica, vista la carenza di spazi e la necessità di distanziare gli studenti nelle aule a seguito dell’emergenza Covid. Si erano anche reperiti sia i fondi per la ristrutturazione che quelli da versare a TPL per l’aumento delle corse da destinare agli studenti per un importo complessivo di 330.000 euro. Il ‘Varaldo’ avrebbe da subito potuto ospitare 8 aule e gli uffici di segreteria, presidenza e personale ausiliario. Durante l’anno con la sistemazione anche dell’ultimo piano avrebbe potuto anche ospitare i laboratori. Il parco sarebbe stato vissuto dai nostri ragazzi anche per l’attesa dell’inizio delle lezioni onde evitare assembramenti”, spiega il vicepresidente.

“La Provincia offrì l’immobile agli Istituti Secondari di Savona con maggior problemi di spazi: un solo dirigente si dichiarò favorevole, precisamente in data 7 luglio, per poi rinunciare alla disponibilità della nuova struttura in data 5 ottobre grazie alla decisione del Consiglio d’istituto, ritenendo l’offerta ‘irrazionale, antieconomica, penalizzante e regressiva’ “, continua.

“Il sottoscritto ed il presidente rispondemmo contestando le osservazioni ma non andando oltre, in quanto non si ritiene che un’operazione di aumento di struttura scolastica debba essere fatta contro il parere del Consiglio d’istituto, anche se il parere non è vincolante. Purtroppo però, si ripete, abbiamo tutti perso una grande occasione in primis gli studenti e le loro famiglie. Per quanto riguarda l’immobile questa Amministrazione lo trovò già collocato tra i beni disponibili e, a questo punto, il cambio di destinazione d’uso senza dubbio lo valorizza dal punto di vista commerciale”, prosegue.

“Il ricavato della vendita dell’immobile di via Amendola sarà reinvestita sul territorio nei servizi di competenza dell’Ente, sia nelle strade che nell’edilizia scolastica”, rassicura.

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