Valbormida. Di solo asporto non si vive. E’ la conclusione a cui sono giunti diversi baristi in Liguria, scegliendo così di chiudere del tutto il loro locale: troppo difficile far quadrare i conti con i soli introiti permessi dal Dpcm. Un malessere comune, ma che in Valbormida sembra avere una incidenza maggiore: qui, infatti, quasi la metà dei bar ha deciso di abbassare la serranda.
Dopo una settimana di zona arancione, i bar continuano a fare i conti con le numerose restrizioni: consentiti sono asporto e consegne a domicilio. Non è più possibile sedersi al tavolino per sorseggiare una birra e fare aperitivo oppure gustare un caffè al bancone. Il cliente entra, ordina ed esce dal locale senza poter sostare nemmeno sulla porta per consumare.
A Cairo Montenotte, cittadina ricca di bar (in totale 27), oltre il 40% ha deciso di chiudere i battenti fino al termine dell’ordinanza. Di questi però solo quattro si trovano nel centro storico, dove la maggior parte tenta di “racimolare almeno le spese, nella speranza di tornare presto zona gialla”. Nonostante una drastica riduzione del fatturato, infatti, in totale in tutta la città quasi la metà delle attività non ha abbassato le serrande. Tra questi c’è poi una piccola percentuale (intorno al 10%) che ha deciso di aprire solo mezza giornata puntando quindi su colazioni e pranzi.
Dal punto di vista dell’orario, non sembra essere cambiata molto la situazione rispetto alla zona gialla: nel quasi 100% dei casi, la chiusura è fissata alle 18:00. I bar potrebbero praticare asporto fino alle 22:00, ma i titolari sono d’accordo: “Dopo quell’ora, in giro c’è veramente poca gente”.
Per quanto riguarda le consegne a domicilio, sono solamente due i bar che offrono questo servizio, probabilmente aiutati dalla posizione strategica appena fuori dal centro storico e vicino agli uffici. Uno è il Bar Bologna, locale storico di Cairo Montenotte, che dal 1983 è aperto quasi h24 e quindi una delle attività che ha dovuto rinunciare al maggior numero di ore di lavoro: “Abbiamo sempre lavorato tanto anche con le persone che venivano a giocare qui a carte o a biliardo, ora sono vietati. Per la maggior parte consegniamo colazioni negli uffici, ma siamo stati i primi e credo gli unici a Cairo a fare le consegne anche durante il lockdown”. L’altro bar è Fuoriporta, che punta anche sui pranzi: “Lo facciamo più per i nostri clienti e per pagare le spese che per noi, è davvero un modo di lavorare duro e difficile”. Non sono i soli in città a tentare la carta del delivery, naturalmente: con loro ci sono negozi di altre categorie come, ad esempio, Gelatiamo.
Diversa, invece, la situazione a Carcare, patria valbormidese della movida dei giovanissimi, dove i bar che hanno deciso di chiudere sono solo quattro, mentre la maggior parte prova a rimanere attiva nel campo della somministrazione di alimenti e bevande da asporto e a domicilio. I bar aperti più tradizionali sono pochi (bar della Soms, Crème Cafè, bar Momento), ma restano in campo, per ora, le attività che si differenziano per genere, come le gelaterie (Crespi, La Pesa e Antico Borgo), o le pasticcerie con somministrazione (Barberis e Caffetteria Dolci e Caffè) con orari differenti ma in produzione per quanto riguarda i dolci, che vengono consegnati anche a domicilio.
Chi ha una cucina e offre menù a pranzo e cena (Agorà, Baruccio, Proncii Pub, Eni Caffè) prosegue senza sosta, come anche chi vende i tabacchi (Bar del Bivio, mentre il Bar Frash si concentra solo su generi del monopolio). Qualche idea, nata in parte già nel lockdown di primavera, arricchisce il panorama delle offerte, come nel caso del Baruccio che ha ideato il drink pocket per l’aperitivo a casa, o il bar la Boccia che sta preparando vasetti di zuccherini alcolici a tutti i gusti, anche da regalare per l’imminente Natale.
A Millesimo si respira la stessa aria, come sottolinea l’assessore al commercio Natasja Smits: i bar sono per la maggior parte attivi anche in questa momento di “fascia arancione”. Tra i più tradizionali come La Bottega del Caffè, Pastorino, Bar del Castello, solo per citare alcuni di quelli che gravitano su piazza Italia, si differenziano con le loro specialità più dolciarie o legate alla somministrazione di cibi e aperitivi, ma anche gli esercizi più periferici stanno provando a garantire un servizio in attesa di tempi migliori, combattendo come nei paesi limitrofi contro la limitazione di orari e offerta.