Pro e contro

Una stagione con numerose squadre “B”: tanti vantaggi per chi le crea, ma per le altre società?

I gironi di Seconda Categoria che vedranno impegnate le savonesi presenteranno ai nastri di partenza ben sei formazioni "B"

Dianese e Golfo contro Quiliano&Valleggia

Stop forzato dei campionati. Partenza rimandata a data destinarsi per la Seconda Categoria. Osservando il mosaico di squadre iscritte quest’anno, spicca la presenza di un discreto numero di squadre “B”. Un elemento da non trascurare e analizzabile sotto tre punti di vista: quello delle società che le allestiscono, quello dei giocatori che ne fanno parte, quello degli avversari che le affrontano. Per la cronaca, presenteranno una seconda formazione tra le prime squadre l’Atletico Argentina, la Golfo Dianese, il Ceriale, il Pietra Ligure, l’Olimpia Carcarese e il Quiliano&Valleggia.

Ragionando e parlando con alcuni addetti ai lavori, risulta subito chiaro come questo tipo di formazioni porti numerosi vantaggi ai vari sodalizi. Tenendo presente che molto spesso le squadre “B” prendono il posto delle Juniores, è subito chiaro come il campionato di Seconda Categoria implichi in genere delle trasferte meno onerose. Abbinata a questo, la possibilità di giocare contro squadre delle città limitrofe accresce l’interesse per la competizione con conseguente possibilità di avere pubblico pagante sugli spalti ogni domenica, anche quando la squadra “A” è in trasferta. Infine, non avendo limiti circa l’età dei componenti della rosa, è anche più facile comporre la squadra visto che è possibile inserire qualche elemento di esperienza.

Non solo il lato economico, ma anche quello sportivo. Tanti dirigenti sottolineano l’importanza per i giovani di confrontarsi fin da subito con il calcio dei grandi magari sotto la guida di quei giocatori più scafati citati in precedenza. Ciò consente anche di non polverizzare il gruppo della Juniores o degli Allievi che altrimenti si dividerebbe tra chi è già pronto per la prima squadra e chi no, con il rischio di perdere qualcuno. Le società, tra l’altro, perdono qualcosa in termini economici riducendo i prestiti (per quanto spesso si tratti di piccole somme), ma possono così monitorare in modo costante i giocatori.

Per i calciatori, il vantaggio è quello di poter restare con un gruppo di amici con i quali si è cresciuti nelle giovanili e di potersi mettere in mostra e ambire alla “promozione” nella squadra “A”. Il non fare classifica garantisce di affrontare le partite con maggiore serenità ma può anche essere un “contro” visto che si rischia di perdere quel gusto della competizione che assapora chi ogni domenica prova a giocarsi qualcosa. Discorso a parte per i “senatori” delle squadre “B”, che possono continuare a giocare in un clima più sereno. Classificarsi ultimi non fa di certo piacere ma ormai da tempo nella nostra provincia e in quella di Imperia nessuno corre il rischio di finire in Terza Categoria, visto che non esiste.

Per le altre squadre, forse i lati positivi di avere nel proprio girone tante squadre “B” non sono molti. In generale, il “pro” può essere semplicemente quello che vi siano squadre a sufficienza per disputare campionati con un numero congruo di partite ma è altresì vero che le squadre “cadette” possono rappresentare quel sovrannumero che porta a una frammentazione dei tornei. I punti totalizzati contro queste compagini valgono. Fin qui tutto ottimo, non ci sono partite “inutili”, ma tra squadra “A” e “B” può esserci interscambio di giocatori e questa teorica composizione variabile potrebbe creare svantaggio a quel club che sfida la formazione “B” in una domenica nella quale per qualche motivo è imbottita di giocatori scesi di categoria.

Quale soluzione? Premesso che le opzioni sono infinite e che al momento la Federazione ha giustamente altre gatte da pelare, si potrebbe ipotizzare di rendere impossibile l’interscambio di giocatori di squadre “A” e squadre “B” consentendo a queste ultime di poter essere promosse purché non finiscano nella medesima categoria della squadra maggiore. Un sistema che però non sarebbe privo di contraddizioni: andando a decadere gli “svantaggi” derivanti dal farne parte si rischierebbe di assistere a una migrazione verso le seconde squadre di realtà blasonate o alla creazione di nuove formazioni “B” (magari su richiesta di gruppi di giocatori), danneggiando così le piccole realtà e, di conseguenza, l’intero panorama calcistico.

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