Provincia. La giornata scorre via difficile, complicata e confusa perché è la prima dopo l’inserimento della Liguria, e quindi anche della provincia di Savona, in zona arancione. Molti concetti e molti pareri sono già stati espressi, ma l’attenzione (spesso la disperazione) della gente è per forza di cose focalizzata ancora su questo argomento.
Guardando e riguardando i provvedimenti del governo e le differenze tra zona gialla e zona arancione, alla fine salta agli occhi evidente che penalizzati sono soprattutto bar e ristoranti, che pagano per tutti o quasi. Volendo persino distinguere tra le due categorie – ammesso che sia giusto farlo – totalmente incomprensibile appare il divieto per i ristoranti, soprattutto a pranzo (di sera si vuole comunque limitare la circolazione delle persone), visto che al loro interno possono essere rispettate le distanze senza alcun problema e non esiste certo il pericolo di assembramenti esterni. Una pasta a mezzogiorno no, neanche quella?
L’altro tema caldo è ovviamente quello del divieto di spostarsi da un Comune all’altro.
Ai mille quesiti che questo divieto apre prova a rispondere IVG (leggi qui). È chiaro intanto che ci si può muovere non solo “per estrema necessità”. Nel leggere il servizio del nostro direttore Andrea Chiovelli ci hanno colpito alcune situazioni particolari. Dovrebbe essere appurato che è possibile raggiungere il proprio parrucchiere, anche se fuori Comune, perché si tratta di un’attività che assicura afflusso contingentato.
Altri esempi pratici significativi sono l’acquisto di pane e pasta che va fatto sotto casa (pazienza se non si trovano i fusilli del cuore), mentre è giusto poter cercare il miglior prezzo o la miglior qualità per acquisti più costosi come un televisore. Speriamo che prevalga il buonsenso, anche se quello è difficile da catalogare.
Concludiamo con l’ammirazione per chi continua nel proprio lavoro con l’asporto o la consegna a domicilio pur incassando magari meno di un mendicante. Gente da rispettare, casi da tenere in archivio per farli studiare a scuola quando saremo usciti da questo incubo.