Savona

Santi, Caprioglio e Arecco: tre candidati finti in attesa di quello vero

Nel centrodestra ognuno gioca una carta per "marcare il territorio", alla ricerca di una sintesi che al momento pare lontana

santi Caprioglio Arecco

Savona. Tre candidati sindaco, uno per compagine politica. Ilaria Caprioglio per Forza Italia, Pietro Santi per Cambiamo, Massimo Arecco (o forse Alessandro Berta) per la Lega. Nomi messi sul tavolo per “marcare il territorio”, per dare il via alle danze, per avere un peso. Ma è solo risiko: a parte Berta, che però non ne vuole sapere, nessuno di loro ha reali chance di essere a capo della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni amministrative di Savona.

Le carte sono state scoperte ieri a colpi di comunicati stampa. Quello di Cambiamo è emblematico dell’attuale situazione di stallo. Atteso da due giorni, annunciato agli alleati con tanto di diktat (“aspettate a uscire con altro, lasciateci lo ‘spazio’ giornalistico”), è arrivato nel pomeriggio e si è rivelato una “supercazzola” di mascettiana memoria. “Ci siamo visti e stiamo lavorando per le elezioni”. Wow, chi l’avrebbe mai detto. Poi, telefonando, si ottiene la “vera notizia”: “Noi porteremo come candidato Pietro Santi”. Peccato che il piano sia stato svelato da IVG già il 3 novembre, più di tre settimane fa: fingere di candidare l’assessore per poi fare un passo indietro a favore della Lega, a condizioni precise (tra cui Santi vicesindaco).

Poco dopo è arrivato il comunicato stampa di Forza Italia: “Noi sosteniamo il Caprioglio bis”. Una mossa dovuta, probabilmente, per più ragioni: per non bocciare questa giunta (chi vota qualcuno che silura il proprio stesso sindaco?), per ricordare che “ci siamo anche noi”, probabilmente anche per “ringraziare” Caprioglio per l’impegno. Ma a una sua candidatura non crede nemmeno chi quel comunicato lo ha scritto (a Savona) o deciso (a Genova). Il sindaco è ormai fuori dai giochi, e lo sa (e lo desidera) anche lei stessa (si vocifera che abbia già anche trovato un nuovo incarico lavorativo a Milano).

Poi c’è la Lega. Che è chiamata (lo ha espressamente imposto Salvini nella sua visita del 1 settembre a Savona) a comandare la coalizione imponendo un candidato del Carroccio. E per questo, da mesi, corteggia il direttore degli industriali Alessandro Berta. Lui, però, ha più volte rifiutato, e convincerlo sembra davvero difficile. Così, intanto, per guadagnare tempo a Pietro Santi si risponde con Massimo Arecco: l’assessore del piano del traffico “giubilato” dalla sua stessa giunta e bocciato nelle segrete stanze proprio dai suoi compagni di partito. Un altro nome di facciata, dunque, con nessuna possibilità di convincere davvero la coalizione a puntare su di lui (promemoria: già 5 anni fa Arecco fu “usato” come nome di scambio proprio nel modo in cui ora Cambiamo si sta spendendo il nome di Santi).

E così, a dispetto dei proclami, al momento i savonesi si ritrovano senza un candidato di riferimento nel centrodestra. E senza un nome all’orizzonte: tolto il recalcitrante Berta, su cui il pressing prosegue asfissiante, non ci sono “piani B” concreti sul tavolo. Solo suggestioni: qualcuno sogna il senatore Paolo Ripamonti (ma dovrebbe rinunciare al Parlamento e in più non è savonese, quindi non rispetta il profilo richiesto da Santi per accettare il ruolo di vice), altri ipotizzano l’assessore Maria Zunato (che però non convince certo più di Arecco), e c’è chi propone la coordinatrice Maria Maione (un profilo in parte spendibile in città ma dall’esperienza limitata). Nelle ultime ore qualcuno ha immaginato di suggerire al partito un pensierino sull’ex primario di pediatria Amnon Cohen (il diretto interessato, però, non è stato ancora interpellato).

Un nome di valore su cui puntare, però, andrà trovato, e in fretta. Perchè l’altra squadra non corre, ma perlomeno cammina: la discesa in campo di Marco Russo ha dato la scossa che serviva, e ora le forze di opposizione (Pd, M5S, sinistre) e i vari laboratori (Patto, Quelli della Rebagliati, eccetera) sono pronti ad sedersi a un unico tavolo per tentare la spallata. Con un nome debole sul fronte opposto, la possibilità di un ribaltone è davvero concreta.

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