Il governo ha approvato due Decreti Ristori e, da quanto si trapela, con la manovra di bilancio dovrebbero arrivare altri incentivi per il settore ristorazione e alberghiera, ma le tempistiche di ripresa non saranno a breve termine. Le imprese presenti in città d’arte e quelle in località turistiche dovranno attendere il turismo internazionale e nel contempo quelle che offrono i propri servizi agli uffici dovranno attendere la diminuzione dello smart working da parte delle aziende.
Per ripartire ora, dopo la boccata d’ossigeno con i fondi perduti, servirebbero azioni concrete, mirate e durature che da sola l’Italia, visto l’indebitamento pubblico alle stelle, non riuscirebbe a supportare. Lo spostamento della scadenza dei versamenti IVA, ritenute, contributi ed IMU sarebbe solo un rinvio e non una cancellazione, in attesa della sperata ripresa.
L’Europa ha destinato 300mld per l’emergenza e di questi 100mld per il sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione (SURE), ma visto il dilagarsi della pandemia e l’allungarsi delle tempistiche di ripresa non basterebbero e l’Europa sta già pensando ad un nuovo innesto di risorse tramite un Sure2.
Ma perché non proporre a Bruxelles, visto che la crisi del settore sta colpendo tutta Europa, strumenti di aiuti ad hoc per il settore? Perché l’ammanco delle entrate statali derivato dal non pagamento dei tributi e imposte in un breve, ma non troppo, periodo da parte dei settori colpiti non coprirli con risorse europee?
L’Italia sarebbe tra coloro che ne trarrebbe più beneficio e sarebbe una dimostrazione evidente dell’impegno del governo nei confronti di una categoria messa in ginocchio dal virus.
“Anche se avrò aiutato una sola persona a sperare non avrò vissuto invano.” M. L. King
Matteo Canciani
Cotitolare del “Café Bistrot punto53 – Stagnaro dal 1953”