Alassio/Savona. In tribunale, davanti al gip Francesco Meloni non ha aperto bocca G.N., 58 anni di Diano Marina, coinvolto nel caso della professoressa “a luci rosse” (leggi qui).
G.N., difeso dall’avvocato Mario Leone di Imperia, è finito agli arresti domiciliari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nei confronti della moglie di 56 anni, insegnante nel capoluogo. “Abbiamo preferito prima prendere visione dei voluminoso fascicolo composto da 3 faldoni. Abbiamo, comunque, chiesto la possibilità per il mio assistito di recarsi al lavoro. Il giudice si è riservato di chiedere un parere al pubblico ministero”, spiega l’avvocato Leone.
Nei guai è finito anche R.T. di anni 61, commerciante e gestore di una attività di ristorazione ad Andora patrocinato dall’avvocato Antonella Zerbone con studio a Milano e Andora che, invece, ha risposto alle domande del giudice: “Siamo molto soddisfatti – dice l’avvocato Zerbone – il mio cliente ha potuto spiegare tutto al giudice. E’ una brava persona che non si può rimproverare nulla, se non di essere di cuore e aiutare tutti. Abbiamo chiesto la revoca dei domiciliari anche perché il mio cliente ha una azienda e anche i dipendenti rischiano di perdere il lavoro”.
Dalle indagini coordinate dal pubblico ministero della procura di Savona Chiara Venturi e portata avanti dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Alassio sarebbe emerso che i clienti della avvenente 56enne di Diano Marina spostata con uno degli arrestati G.N., che di giorno svolgeva la sua professione di insegnante (tra l’altro anche in carcere), venivano, adescati online. La donna si presentava con il nome di Elena. Gli incontri avvenivano a Imperia in un alloggio di via Pindemonte 8 e in una abitazione di Andora.
Gli inquirenti contestano un giro d’affari di 8mila euro al mese che sarebbero finiti su conti a disposizione anche degli indagati, indagati anche per favoreggiamento per aver accompagnato la donna su una costosa Jaguar agli appuntamenti. Dalle indagini è mersa anche la partecipazione agli incontri di un’altra donna, pure lei insegnante, ora trasferita ad altro incarico. Secondo gli inquirenti gli indagati avrebbero avuto accesso ai registri elettronici della docente e l’avrebbero anche aiutata nello svolgimento on line dei programmi scolastici.
C’è anche un terzo uomo, R.B. 70 anni denunciato in stato di libertà.