Celle Ligure. Quasi un mese a Natale ed ecco il messaggio delle locandine che presto compariranno sulle vetrine dei negozi: “Quest’anno i regali li compro sotto casa“. L’invito è rivolto ai cellesi per effettuare i propri acquisti negli esercizi del paese, in difesa del piccolo commercio sofferente per i tempi di restrizioni dovute al Covid e schiacciato dalla concorrenza dei grandi colossi della distribuzione online.
L’urlo di dolore contro lo strapotere dei giganti del commercio in rete esplode prepotentemente a Celle Ligure e fa da eco alla crociata varazzina e, ancor più, a quella nazionale visto che oggi il tema della guerra ad Amazon è sulle pagine dei quotidiani più importanti: sono scese in campo anche Codacons e Confesercenti che, in difesa del “negozio sotto casa”, chiedono al Governo di limitare il potere di questi mastodontiche realtà che rischiano di schiacciarlo.
Proprio ieri, il presidente di Ascom Confcommercio Varazze, Andrea Gargione, ha lanciando l’appello ai suoi concittadini affinché comprino nel paese, e non online. Nelle sue parole anche l’esempio del sindaco di Parigi che invita la cittadinanza ad acquistare nei piccoli negozi di quartiere e non su internet per aiutare la categoria dei commercianti.
Effetto domino per questa “crociata” che alza il volume della voce del piccolo commercio. Tema bollente: “Siamo in ginocchio – precisano a Celle – comprate qui: scegliete il contatto umano, preferitelo a Internet”. Intanto è pronta la locandina del “comprare sotto casa”, un altro tentativo, dopo l’allarme lanciato negli scorsi giorni, per sopravvivere e per resistere. Così, in vista dell’avvicinarsi del Natale, i commercianti cellesi, in un momento così grigio per la categoria, si sono riuniti e hanno deciso di scrivere questi manifesti per sensibilizzare i cittadini ad aiutare i negozi.
“Dateci una mano a non far morire il paese – raccontano ai nostri microfoni – Non vogliamo chiudere ma, da quando i Comuni sono blindati per via della zona arancione la gente compra su internet. Siamo alle prese con negozi deserti e zero incassi”.