Consiglio regionale

Miniera Tarinè nel Parco del Beigua, altro stop dalla Regione

Piana: "È nostra intenzione evitare l'apertura di nuove cave", Scajola: "La nuova richiesta verrebbe bocciata come nel 2015"

Parco del Beigua

Sassello/Urbe. No a cave e attività di estrazione del titanio nel parco del Beigua, almeno per ora. Gli assessori della giunta Toti tranquillizzano gli ambientalisti dopo la richiesta avanzata a fine agosto dalla CET (Compagnia Europea per il Titanio) che, pur avendo incassato lo stop della Regione Liguria nel 2015, ha provato nuovamente a mettere le mani sui giacimenti del bric Tarinè tra i comuni di Urbe e Sassello.

A portare il tema in Consiglio regionale con un’interrogazione sono stati oggi i consiglieri Selena Candia (Lista Sansa) e Gianni Pastorino (Linea Condivisa). Dopo 3 anni di silenzio, infatti, preceduti da ricorsi amministrativi, la CET era tornata alla carica sul progetto osteggiato dai comuni e dalla popolazioni locali, in particolare dopo che nel 2015 il parco del Beigua, area SIC di raro pregio naturalistico, è diventata patrimonio Unesco.

Candia ha ricordato che il patrimonio geologico del parco del Beigua è protetto e tutelato dall’Unesco, pertanto l’attività estrattiva è vietata e che nel 2015 la Regione aveva dichiarato inammissibile la richiesta di autorizzazione per la ricerca di minerali sull’area del Tariné, da parte della Compagnia Europea per il Titanio, che avrebbe avanzato una nuova proposta alla Regione. Il consigliere ha chiesto se questo corrisponde al vero e quali iniziative intende intraprendere.

Pastorino ha chiesto alla giunta se intende continuare a difendere il Parco da iniziative estrattive, come la Regione ha sempre fatto negli anni addietro. Il consigliere ha rilevato che il Gruppo Montuoso del Beigua è riconosciuto come Geoparco mondiale dal 2005 e dal 2015 gli è stato attribuito il riconoscimento “Unesco Global Geopark”. Il consigliere ha ricordato di avere posto il tema, con una nota del 3 novembre scorso al presidente Toti, all’Assessore alla Difesa del suolo, Ambiente e Tutela del Territorio, e all’assessore ai Parchi, ma di non avere ricevuto ancora risposte.

Oggi l’attesa risposta della Regione alla richiesta di nuovi sopralluoghi: “Nel luglio 2015 – ha ricordato l’assessore Marco Scajola che mantiene la delega alle attività estrattive – la medesima compagnia aveva presentato un’istanza dichiarata inammissibile perché avrebbe comportato un prelievo di materiale dal territorio, e questo è assolutamente vietato dalle norme regionali a tutela del parco”. La richiesta presentata lo scorso 5 agosto, invece, come evidenziato anche dal Ministero dell’Ambiente che si è pronunciato nel merito, “tratterebbe di un’attività di ricerca senza prelievi di minerali e per come è stata formulata la domanda non servirebbe la Via”.

“Ma è ovvio – ha proseguito Scajola – che poi il privato sia motivato a richiedere un’attività estrattiva. Lì sì che partirebbe una procedura di Via che andrebbe a confermare quanto è stato fatto nel 2015. Il mio settore ha risposto che l’istanza non deve essere mandata alla Regione ma ai Comuni interessati. Allo stato attuale, quindi, non c’è nessun procedimento in atto e non c’è nulla da esaminare”. Inoltre, come ha rimarcato il vicepresidente e assessore ai parchi Alessandro Piana, la legislazione vigente per i parchi regionali esprime un divieto esplicito e perciò “sarà nostra intenzione evitare procedure di questo tipo e l’apertura di nuove cave”, ha aggiunto.

“Possiamo tirare un sospiro di sollievo: il giacimento di titanio nel Parco del Beigua non diventerà una cava. E’ un’ottima notizia! Due mesi fa infatti una società cuneese aveva chiesto alla Regione il permesso di fare analisi sui minerali (in vista di una possibile estrazione futura) dopo che 5 anni fa la stessa richiesta era stata rifiutata. La società “Cet” ha chiesto di poter cercare i minerali senza prelevarli, e quindi è stata indirizzata per competenza verso i Comuni del Parco, ci hanno risposto. In ogni caso la legge regionale che tutela il parco vieta ogni attività estrattiva. E visto che il Beigua si trova in una ZSC, una zona speciale di conservazione tutelata dalla legge europea, non sono ammessi neppure sondaggi a scopo minerario. Il Parco del Beigua è quindi salvo. Ma visto che la vicenda del titanio risalta fuori periodicamente da decenni, è evidente che il giacimento fa gola a qualcuno. Deve essere nostro compito non abbassare la guardia: il parco è una ricchezza, che deve arrivare intatta alle generazioni future” afferma Selena Candia.

Già in passato il territorio del grande parco naturale era stato oggetto di corteggiamenti “estrattivi”, spentisi in una lite legale tra enti. Anche recentemente Legambiente aveva fatto una pubblica levata di scudi sulla vicenda, preparandosi alla battaglia. Tentativi che erano già stati avanzati negli anni passati, sin dagli anni ’70 del secolo scorso, periodo a cui risale la prima concessione ventennale mineraria.

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