Economia

Lavorare all’estero: consigli e suggerimenti

smart working

Come ci si prepara per una trasferta all’estero alla ricerca di lavoro? Il primo consiglio è quello di imparare a essere autonomi, in modo da ridurre la propria dipendenza degli altri. Se si capisce in che modo far fronte ai problemi da soli, si ha la possibilità di accumulare un ampio bagaglio di esperienza che poi potrà essere sfruttato anche in seguito, in qualunque posto ci si trovi. Prendere parte ad attività di qualunque tipo e frequentare corsi sono, invece, due strategie utili per cominciare a integrarsi: in questo modo, inoltre, è possibile migliorare la lingua e conoscere persone, per un’integrazione più rapida e più facile.

La gestione del denaro

Partire con un po’ di risparmi a disposizione è indispensabile per prevenire situazioni potenzialmente sgradevoli o problematiche. Si tratta della via più semplice per vivere in serenità, affrontando gli eventuali imprevisti in cui ci si potrebbe imbattere. Inoltre, se si ha qualcosa da parte si può cercare lavoro con più tranquillità e non si ha la pressione di dover accettare il primo impiego che capita. In vista di un trasferimento definitivo, conviene mettersi in cerca di una ditta che si occupi dell’organizzazione del trasloco, in modo che sia effettuato con attenzione e professionalità. Sul web ci sono diversi siti che permettono di richiedere, in pochi clic, i preventivi di diverse imprese per poi metterli a confronto, così che si possa capire quali sono i più convenienti.

Da soli o in compagnia?

Nel caso in cui si decida di andare a lavorare all’estero e ci si trasferisca con l’intera famiglia, una particolare attenzione deve essere riservata ai bambini: è importante, infatti, evitare che per loro questa esperienza si riveli traumatica. Ecco per quale motivo i piccoli devono essere preparati al cambiamento con un certo anticipo, molto prima della partenza. Dopo che ci si sarà sistemati, poi, la priorità a cui badare sarà rappresentata dalla ricerca del lavoro. Da questo punto di vista è fondamentale cercare di capire di quali documenti c’è bisogno per poter essere assunti e quali servono, invece, in vista dell’apertura di un conto in banca.

I suggerimenti pratici più utili

Prima di trasferirsi è consigliabile acquisire il maggior numero di informazioni possibile in relazione a tutti gli aspetti che riguardano la destinazione: la probabilità di trovare lavoro, la procedura da seguire per cercare un alloggio, il costo della vita, e così via. Con questi accorgimenti, si sarà più preparati in vista degli step successivi. Al di là delle questioni pratiche, poi, un ruolo molto importante è quello della psicologia. È essenziale, infatti, partire con un approccio mentale appropriato, in modo da riuscire a superare gli ostacoli con cui ci si ritroverà ad avere a che fare nel corso del tempo. Una mentalità aperta è quello che occorre, partendo dal presupposto che trasferirsi in un Paese straniero significa entrare a far parte di una realtà nuova, in cui si deve far fronte a regole a cui non si è abituati, siano esse scritte o meno.

La questione della lingua

Come è ovvio, un fattore che non si può trascurare è quello relativo alla conoscenza della lingua. Non si può prescindere da un livello di inglese adeguato, grazie a cui è possibile compiere i primi passi, ma per una integrazione più semplice e più efficace non si può fare a meno di studiare e imparare anche la lingua del Paese in cui ci si trova. All’arrivo, invece, occorre mettersi in cerca di un alloggio; anzi, a dir la verità sarebbe opportuno dedicarsi a questa attività già prima della partenza, magari sfruttando i siti web che ospitano gli annunci riportando le condizioni contrattuali e i prezzi medi.

La Svizzera

Uno dei tanti Paesi stranieri che meritano di essere presi in considerazione se si ha in mente di trasferirsi all’estero è la Svizzera, dove lo stipendio medio pro capite supera i 31mila dollari all’anno. Ci sono diversi permessi di lavoro che vengono rilasciati dai vari cantoni. Il permesso C, per esempio, è per il domicilio a tempo indeterminato, e viene rilasciato a chi dimora in Svizzera in maniera ininterrotta per cinque anni di seguito. Il permesso L, invece, viene messo a disposizione di chi possiede un contratto di lavoro a tempo determinato e ha una durata variabile a seconda di quanto dura il contratto stesso.

Il Canada

Nel caso in cui si voglia mettere un bel po’ di distanza tra sé e l’Italia, una meta da valutare con attenzione è il Canada. Qualora si voglia optare per questa destinazione, per ottenere un visto è necessario presentare una domanda apposita o essere già titolari di un contratto di lavoro. Il visto di lavoro può essere permanente o temporaneo; dopo averlo conseguito è necessario inoltrare una richiesta per il SIN, che è un codice di assicurazione sociale che occorre per ricevere lo stipendio. In Canada il reddito medio è superiore ai 29mila dollari all’anno; qui, inoltre, è disponibile uno dei migliori sistemi sanitari di tutto il pianeta.

La Danimarca

La rassegna di destinazioni possibili per chi ha in mente di andare a lavorare in un Paese straniero non può non includere la Danimarca. I cittadini della Ue hanno la possibilità di soggiornare qui fino a un massimo di sei mesi per cercare lavoro, senza che sia necessario contattare le autorità. La settimana di lavoro dura 37 ore, mentre ogni anno si può godere di 5 settimane di ferie retribuite. Dopo avere ottenuto un lavoro, occorre richiedere la tessera sanitaria, il numero CPR e il permesso di residenza.

Gli Stati Uniti

Infine, non si può fare a meno di citare gli Stati Uniti: qualora si abbia in mente di trasferirsi da queste parti in maniera definitiva è necessario ottenere la Permanent Resident Card, più nota come Green Card. A tale scopo c’è bisogno di qualcuno che faccia da garante (per esempio un parente), oppure che il datore di lavoro faccia da sponsor. Per lavorare non c’è per forza bisogno della Social Security Card, anche se può tornare utile per usufruire di eventuali sussidi.

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