Roma. La Liguria resta in “zona arancione” e rimarrà tale per almeno una settimana. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha infatti firmato la nuova ordinanza che si limita a rinnovare fino al 3 dicembre (salvo ulteriori declassamenti) le misure già assunte per Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta, cioè le prime regioni a diventare arancioni o rosse lo scorso 4 novembre.
Nessuna modifica, insomma, per la Liguria che all’indomani del nuovo Dpcm era stata classificata un po’ a sorpresa “zona gialla” per poi diventare arancione appena una settimana dopo. Nei giorni scorsi diverse testate nazionali avevano paventato un’ulteriore stretta delle misure per la nostra regione, ipotesi che il presidente Giovanni Toti ha escluso categoricamente a più riprese. E alla fine la temuta serrata non è arrivata, anche se in linea teorica il governo potrebbe intervenire in qualunque momento.
Ora l’obiettivo del governatore è tornare il prima possibile al livello base delle restrizioni in modo da riaprire i locali e ridare fiato all’economia in vista del Natale. L’allentamento potrebbe arrivare tra una settimana o più probabilmente il 4 dicembre, alla vigilia dell’Immacolata, quando è possibile che vengano adottati nuovi criteri per stabilire i livelli di rischio mentre sarà comunque in vigore un nuovo Dpcm.
Lo stesso Toti ieri, pur illustrando dati confortanti come l’indice Rt sceso a quota 0,9, invitava alla prudenza: “Per noi la cosa importante sia far scendere ancora l’indice Rt, liberare gli ospedali dai pazienti, evitare che possa crescere ancora la curva della terapia intensiva e dei morti. Riteniamo che la scelta più corretta sia proseguire almeno per alcuni altri giorni sui livelli delle misure attuali”.
Misure che, ha commentato Speranza, “è evidente che provocano sacrifici sul piano economico e culturale, ma come mostrano i numeri preliminari degli ultimi giorni nel nostro Paese, dimostrano di funzionare. Abbiamo, nell’ultima settimana, un livello di Rt, o indice di diffusione del contagio, sceso rispetto a settimana precedente e oggi verranno presentati nuovi dati”.
“I dati che iniziamo a ricevere lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel ma bisogna avere un approccio prudente – ha aggiunto il ministro -. Abbiamo agenzie istituzionali, sia su piano europeo che nazionale, che dovranno seguire con la massima cautela le procedure di validazione di vaccini e cure, ma i dati che vediamo ci lasciano ben sperare. Potremmo essere nelle condizioni nei primi mesi del 2021 di avere le prime dosi. La distribuzione vedrà come primi beneficiari il personale sanitario e poi le persone in ospedale e Rsa”.