Liguria. È sceso di nuovo sotto 1 raggiungendo il valore di 0,9 l’indice di contagio Rt della Liguria. È quanto si legge nel report dell’Istituto superiore di sanità sulla situazione del coronavirus nelle regioni, anticipato stasera dal presidente Giovanni Toti in conferenza stampa. Era da luglio che non accadeva.
“Gli indicatori di qualità sono valutati tutti positivamente – ha detto il governatore – e l’incidenza è in diminuzione secondo diversi indicatori. La pressione è ancora sostenuta sugli ospedali. Resta una grande prudenza, per cui riteniamo di dover andare avanti con le misure già prese“. La proporzione di tamponi positivi è indicata al 17% ma negli ultimi giorni si è attestata in ulteriore diminuzione.
In ragione di questi dati e di quelli del bollettino giornaliero “noi valuteremmo la Liguria da ritorno in fascia gialla e non certamente da zona rossa, cosa che sarebbe ingiustificabile per il trend e le valutazioni del ministero”, ha ribadito Toti.
Ma poi il presidente ha precisato: “Quello che riteniamo sia serio prudente fare è restare in zona arancione. Aspetteremo con compostezza e devozione le scelte del comitato tecnico scientifico, però è ovvio che per noi la cosa importante sia far scendere ancora l’indice Rt, liberare gli ospedali dai pazienti, evitare che possa crescere ancora la curva della terapia intensiva e dei morti. Riteniamo che la scelta più corretta sia proseguire almeno per alcuni altri giorni sui livelli delle misure attuali”.
Intanto però oggi le Regioni hanno chiesto in un incontro coi ministri Boccia e Speranza di sfoltire i 21 indicatori che stanno alla base delle ordinanze che stabiliscono i colori e dunque le restrizioni. “Si è anche deciso di insediare un tavolo tecnico – ha riferito Toti – per arrivare entro il 3 dicembre, data in cui scadrà il Dpcm, ad aver rianalizzato i criteri di definizione del rischio, possibilmente con un cruscotto di comando meno sofisticato ma più rapido che ci consenta di prendere decisioni in tempi più stretti”. I governatori puntano anche a far riconoscere i test antigenici rapidi al pari dei tamponi molecolari, anche ai fini della quarantena.
E mentre il primario del pronto soccorso del San Martino Angelo Gratarola parla di “una riduzione significativa dei pazienti Covid positivi” le strutture extra-ospedaliere allestite dalla protezione civile per ospitare i pazienti in bassa intensità di cura sono ancora semivuote. Su 258 posti disponibili al momento ne risultano occupati solamente 80 (in particolare 10 su 100 al Best Western Hotel nel centro storico di Genova).
Sono quasi a pieno regime, invece, le strutture coordinate da Alisa per i pazienti in media intensità che necessitano di assistenza medica: su un totale di 290 posti in otto residenze protette sono 268 quelli occupati. A Genova si contano Villa Immacolata (21 posti occupati su 22), Villa Coronata (15 su 15), Villa Dorotea (68 su 75), il Cenacolo di Sestri Ponente (21 su 24), la Danilo Ravera (69 su 69), la Valpolcevera (19 su 23), la Rsa Noceti (36 su 40).