Ecco perché

Il Dpcm “risparmia” le crociere, il comandante di Costa Smeralda: “Orgogliosi dei nostri protocolli di sicurezza”

Dalla "bolla" all'orbit, le misure di sicurezza funzionano: "Il nostro lavoro servirà all'intera industria delle crociere, tutto il mondo ci guarda"

Savona. La paura che potesse arrivare un nuovo stop al mondo delle crociere era tanta. Di fatto si era ripreso a navigare solo in Italia, e con pochissime navi. E lo scoppio della “seconda ondata” di Covid-19 aveva già fermato chi stava per ripartire (la Germania con AIDA). Il timore di dover nuovamente sospendere l’attività, per chi come Costa Crociere e MSC era già ripartito, era quindi alto. E invece, contrariamente alle prime bozze, il Dpcm illustrato ieri dal premier Giuseppe Conte non ha imposto alcuno stop all’attività crocieristica.

Noi di IVG.it siamo salpati qualche giorno fa da Savona proprio per raccontare come una delle economie principali della nostra provincia e dell’Italia intera si è “riprogrammata” per garantire una vacanza in sicurezza e riguadagnarsi la fiducia dei passeggeri, dopo le drammatiche immagini di questa primavera. E oggi, a poche ore dalla pubblicazione del Dpcm che di fatto ferma molte attività non essenziali ma “risparmia” le crociere, abbiamo intervistato due personaggi chiave a bordo della nave passeggeri più grande battente bandiera italiana, e la seconda al mondo ad essere alimentata a GNL, proprio per capire meglio i protocolli che hanno permesso alle crociere di “salvarsi” da una nuova serrata.

Il comandante Paolo Benini ci accoglie sul ponte di comando, in una splendida giornata di sole con una impagabile vista sulla città di Napoli. “Siamo orgogliosi del lavoro fatto sino ad ora – racconta – Implementare l’attuale protocollo ha richiesto un sforzo enorme: sono gli ospiti stessi a confermarci di sentirsi sicuri a bordo, per noi è la soddisfazione più grande. Ci auguriamo di tornare il più presto a toglierci la mascherina, questa è una esperienza che potrà servire in futuro a noi e a tutta l’industria che in questi mesi ci ha osservato attentamente. E’ stata una sfida per riconquistare la fiducia dei nostri ospiti, la missione della nave è far divertire”.

“La ripartenza è stata emozionante – prosegue – veder tornare prima l’equipaggio e poi i primi ospiti è stata una gioia. Durante questa crociera, e forse non è un caso, abbiamo trovato un clima incredibile per questo periodo dell’anno: ieri a Cagliari mi sembrava di essere alle Bahamas, oggi a Napoli altrettanto. Credo sia un premio per chi ci ha dato fiducia e ha deciso di navigare con Smeralda”.

In questi giorni abbiamo provato in prima persona cosa vuol dire vivere nella “bolla” creata dalla compagnia, e possiamo dire che la vita a bordo ci ha ricordato, mascherine e distanziamento sociale a parte, quella “del mondo di prima”. Gente felice, bar e ristoranti aperti fino a tardi, musica dal vivo e casinò: insomma la classica vacanza in mezzo al mare che moltissimi italiani e non solo hanno imparato ad apprezzare, dato che l’anno scorso sono stati più di 12 milioni di persone ad imbarcarsi su una nave da crociera in Italia.

La seconda persona che abbiamo voluto intervistare è l’hotel director, cioè il responsabile di tutti i servizi di bordo, dai ristoranti agli spazi comuni, dalle camere sino all’animazione. “Ci siamo dovuti reinventare – spiega Stefano Ferrari, genovese a bordo di navi da Crociera da 18 anni – abbiamo creato questa bolla per tutti i membri dell’equipaggio e per gli ospiti. Il buffet ovviamente è stato sostituito con un servizio al tavolo: così garantiamo distanza sociale, evitando code ed assembramenti. Stiamo creando un protocollo per l’industria delle crociere: ci stanno guardando da tutto il mondo, gli ospiti ci fermano per ringraziarci e per esprimere il loro apprezzamento del nostro lavoro quotidiano”.

“Ovviamente la bolla che abbiamo creato ci permette di organizzare eventi, sempre mantenendo la distanza sociale – chiarisce – Non ci sono party in piscina e discoteca, ma c’è tutto il resto. Siamo controllati tutti, equipaggio e passeggeri. Anche le escursioni sono protette: abbiamo regole ferree per i nostri partner a terra, per garantire che la bolla non si rompa sino allo sbarco definitivo“.

Un ruolo fondamentale lo gioca un ciondolo chiamato “orbit” che permette di tracciare i contatti dei passeggeri così come dell’equipaggio: “Nel rispetto della privacy potremo ricostruire tutti i contatti di un passeggero positivo sulla nave, e attivare i protocolli sanitari del caso grazie ai nostri medici di bordo”.

Non manca un pensiero a ciò che al momento “non c’è più” causa, appunto, protocolli Covid: “Certo, ai nostri ospiti mancano le feste, la socializzazione, quello spirito di famiglia italiana che è nel DNA di Costa. Già essere dietro la mascherina rende tutto meno empatico. Ma sono i passeggeri che hanno scelto di tornare, e apprezzano tutto il lavoro che quotidianamente facciamo. Certo, non sono le ‘solite’ crociere”.

“Noi, quando abbiamo ricominciato ad imbarcare l’equipaggio – conclude Ferrario – abbiamo ricordato che noi siamo fortunati perché abbiamo ricominciato a lavorare. Ma in questo momento il resto del nostro mondo è a casa senza lavoro. Per questo abbiamo insistito affinché tutti capissero che un buon risultato del nostro protocollo sarebbe servito a far ripartire le navi in tutto il mondo: non solo di Costa Crociere ma di tutte le compagnie, dall’Asia agli Stati Uniti”.

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