Contrasto

Dal paracetamolo al cortisone: il protocollo anti-Covid del San Martino per le cure domiciliari

Da chi è asintomatico a chi ha febbre alta e difficoltà respiratorie, in estrema sintesi le indicazioni di Bassetti e del suo team ai medici di famiglia

virus coronavirus Covid

Genova. I virologi del San Martino, guidati dal direttore di malattie infettive Matteo Bassetti, hanno messo a punto uno schema tutto sommato semplice (ma non per questo semplicistico) e che può costituire un percorso comune per tutti i medici di medicina generale, o medici di famiglia, che si stanno trovando oggi più che nella primavera scorsa a trattare pazienti covid di diversa gravità.

“Un protocollo che, insieme a una consulenza infettivologica telematica, aiuterà i ‘dottori’ a gestire i pazienti a casa evitando, quando possibile, il ricovero in ospedale”, spiega il professore.

Ma anche un modo, per i pazienti stessi, per sentirsi meno travolti da troppe nozioni e notizie. “Il mio medico mi sta curando bene?” si chiedono in tanti. Il fatto di avere, finalmente – forse tardi, ma meglio tardi che mai – un vademecum e un supporto specialistico permetterà di tenere la barra dritta.

E’ lo stesso Matteo Bassetti a pubblicare con un post su Facebook un’estrema sintesi del protocollo delle cure domiciliari di soggetti positivi a SarsCoV-2.

Casi asintomatici: non è prevista alcuna terapia.

Casi con sintomi lievi (febbre non superiore a 38°C e/o lieve sintomatologia respiratoria e/o mialgie): terapia sintomatica, ad esempio paracetamolo, ibuprofene o acido acetilsalicilico in assenza di controindicazioni (per intenderci tachipirina, brufen, aspirina o generici relativi)

Casi con sintomi moderati (febbre persistente superiore a 38.5°C per 96 ore con tosse e con dispnea da sforzo, ma saturazione dell’ossigeno a riposo in aria ambiente ≥ 93% oppure ≥ 90% in pazienti con patologie polmonari croniche):
– terapia sintomatica (paracetamolo, ibuprofene o acido acetilsalicilico in assenza di controindicazioni).
– eparina se età superiore a 60 anni, ridotta mobilità o presenza di altri fattori di rischio
– antibioticoterapia da valutare caso per caso in base all’impegno polmonare (da non avviarsi all’esordio dei sintomi, ma in caso di sospetta sovrainfezione batterica)
– cortisone, indicato solamente dopo 5-7 giorni dall’esordio dei sintomi (da evitarsi in chi non presenta segni di compromissione respiratoria).

 

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