Celle Ligure. “Non si vende, non si guadagna. Già si incassava poco quando si era zona gialla, ora nemmeno quello”. Tra i commercianti non c’è una grande voglia di parlare, ma la cartolina di un paese pressoché deserto la dice lunga sulla situazione.
Via Aicardi conta, sì e no, tre anime in coda fuori dal panificio, in Piazza Sisto IV, da sempre gremita di gente, non si vede altro che una signora con il suo cagnolino seduta su una panchina e una manciata di cellesi che ruba un po’ di sole sul lungomare in questa giornata di brezza e tinte da dipinto.
“Quando eravamo zona gialla ci aiutavano anche le persone che arrivavano dai Comuni limitrofi, Varazze o Albisola, per una semplice passeggiata – ci racconta la titolare di un negozio di abbigliamento – C’è molta gente che ama camminare. Spesso si fermavano e compravano. Ora non é possibile. Siamo in perdita”.
In zona arancione gli incassi sono minimi, con l’80-90% in meno rispetto a pochi mesi fa. Entriamo in diversi esercizi, la storia è la stessa. Le pettinatrici sono aperte ma registrano anch’esse un calo. Incassi al minimo anche per la gioielleria che più che qualche batteria per orologi non vende.
“Avrei potuto andare in ferie – sottolinea una commerciante – ma ho voluto tenere aperto e incrocio le dita. A settembre e ottobre abbiamo lavorato molto. Ora è un disastro”. Il tessuto commerciale di Celle vive, come tutte le realtà della Riviera, soprattutto di turismo, grazie a persone che arrivano da fuori Comune, da fuori regione e ora sta pagando il prezzo di questi amari tempi di Covid.