Le reazioni

“Anziani non indispensabili”, tempesta su Toti: “Chieda scusa e si dimetta”

Il governatore e il suo staff travolti dalla polemica dopo il tweet sugli anziani

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Genova. Il tweet Giovanni Toti in cui è comparsa la frase sugli anziani “non indispensabili”, riferita ai decessi relativi al Covid, ha creato una vera e propria tempesta politica che rischia di travolgere il presidente di Regione Liguria e il suo staff. Già dopo pochi secondi dalla pubblicazione, il cinguettio è diventato un urlo, rimbalzato in decine e poi centinaia di bacheche e profili dei social network di tutta la Liguria e non solo. Accompagnato da sdegno, proteste e condanne. E il chiarimento tardivo di Toti su Facebook non ha in alcun modo fermato l’ondata.

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Non si sono fatte attendere anche le reazioni del mondo politico, istituzionale e sociale, con decine di comunicati stampa, post su Facebook e commenti. “Toti chieda umilmente perdono: ha offeso il concetto stesso della nostra società e noi tutti che facciamo tesoro dei nostri anziani. Rifiutiamo l’immagine di un Governatore che dovrebbe avere a cuore tutti i cittadini e invece, evidentemente vittima dei deliri di onnipotenza, ha dato voce a un concetto così deplorevole”, dichiarano il capogruppo regionale del M5s Fabio Tosi e l’intero MoVimento ligure commentando il post di Toti.

“Rammentiamo al presidente di Regione il peso sempre più crescente della silver economy: i nostri nonni non solo sono i cardini affettivi della nostra società, ma lo sono anche per il nostro benessere economico. E al netto di considerazioni meramente pratiche, lascia interdetti che chi dovrebbe guidare la Regione sia stato capace di parole così prive di sensibilità e solidarietà”. Una presa di posizione accompagnata da un analogo comunicato stampa della senatrice pentastellata Elena Botto: “Le sue sono parole indegne di chiunque abbia un minimo di sale in zucca, figuriamoci di un presidente di Regione. Sostanzialmente, Toti dice che è dispiaciuto per i morti anziani ma d’altro canto… erano anziani. Toti chieda subito scusa ai cittadini. E consideri la gravità delle sue affermazioni”.

“Una delle frasi più agghiaccianti sentite da molti anni a questa parte, con toni che pensavamo consegnati alla storia – scrive il Partito Democratico – E invece per Toti le persone si distinguono fra utili e inutili a secondo del loro valore produttivo. Una frase indegna, soprattutto di un rappresentante istituzionale, che ha tenuto per sè peraltro anche la delega alla Sanità. Toti chieda immediatamente scusa e si vergogni. E se non è in grado di garantire la salute dei cittadini liguri, tutti, si dimetta”.

Concetti ribaditi in un comunicato congiunto dai gruppi consiliari in Regione di Pd, Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa: “Anziani non indispensabili? Da Toti arrivano frasi indegne che offendono la nostra regione e i suoi cittadini, tutti, senza distinzione di età. Abbiamo di fronte un presidente della regione più vecchia d’Italia che non si preoccupa di proteggere i più anziani, di costruire solidarietà tra generazioni, ma anzi li definisce come non produttivi, rispetto ad altri, con distinzioni che fanno rabbrividire. E soprattutto abbiamo a che fare con un presidente della Regione che di fronte al fallimento della sua gestione dell’emergenza Covid, minimizza dicendo che comunque i morti erano ‘molto anziani’, come se queste vite valessero meno. Se un qualsiasi assessore alla Sanità avesse detto queste bestialità, si sarebbe dovuto dimettere seduta stante. Tanto più dovrebbe dimettersi un presidente di Regione, che dimostra, con toni pericolosi e indegni di un Paese civile, di non saper prendersi cura dei cittadini liguri, tutti”.

Compatti anche i sindacati. “Le esternazioni del Presidente Toti via social sono agghiaccianti – scrive la Cgil – Nonostante il Presidente abbia cercato di fare marcia indietro, resta l’amarezza per tanta crudele superficialità che purtroppo non si limita ad un twitt ma ad una idea di fondo, ossia che gli anziani possano essere sacrificati. È di questi giorni la notizia che la Regione vuole inserire i covid positivi nelle rsa. È la prova della considerazione che il Presidente ha delle persone anziane. Dopo mesi in cui in Liguria non è stato fatto nulla per la sanità, il Presidente ora vorrebbe mitigare i problemi con la contrapposizione tra generazioni, ma non è così che si affrontano i problemi. Vergogna Presidente”.

Mentre la Cisl, per bocca del segretario generale ligure Luca Maestripieri, parla di “allucinanti affermazioni sugli anziani pubblicate sui social. Chi lo ha detto che gli anziani non siano produttivi? Lo vada dire alle famiglie e ai nostri giovani, molti dei quali vivono solo grazie all’apporto dei nonni e che ora sono in difficoltà perché non possono affidar loro i figli quando sono al lavoro”. “Spero che quanto detto dal presidente Toti venga al più presto smentito – aggiunge il segretario generale di Fnp Cisl Liguria Sergio Migliorini – altrimenti rappresenterebbe l’esplicitazione di una cultura aberrante in cui non ci sarebbe riconoscimento per tutti gli sforzi che sudando sui posti di lavoro i nostri anziani hanno fatto per ricostruire il Paese. Mi auguro che le rettifiche operate dal presidente siano di sostanza e non solo di forma, altrimenti non avremo timore a mobilitarci”.

Ma a invocare le dimissioni è anche il Codacons: “Affermazioni gravi che dovrebbero portare alle immediate dimissioni di Toti, considerato che al contrario gli anziani sono soggetti indispensabili per il tessuto sociale italiano, e andrebbero tutelati sotto ogni aspetto”.

“Da Toti parole gravi e vergognose – scrive su Twitter il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera, il ligure Sergio Battelli – Il suo straparlare fa male alla Liguria, tra le più colpite dal coronavirus. I cittadini liguri (tutti) non hanno bisogno di un nostalgico dell’eugenetica nazista ma di un governatore che sappia affrontare con lucidità la pandemia”.

“Dato che 22 su 25 morti sono anziani la situazione non è poi così grave. Questo il senso del vergognoso post del Presidente della Regione Liguria, Toti – tuona Maurizio Acerbo, segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sottolineando che a morire sono soprattutto anziani ‘non indispensabili allo sforzo produttivo del paese’ Toti ha esplicitato il non detto che c’è dietro alla campagna di minimizzazione della pandemia che la destra porta avanti da anni. Come ha scritto la segretaria della nostra Federazione di La Spezia Veruschka Fedi ‘deve essere in corso una gara a chi è più spregevole tra i presidenti di Regione’. Se De Luca se la prende con una bambina che vuole andare a scuola il pasciuto ligure ci comunica che i nostri genitori possono anche morire. I ‘governatori’ ormai sono un caso clinico. Showmen incapaci, gonfi di consenso che deriva dal bipolarismo forzato imposto da leggi elettorali vergognose sono in preda a deliri narcisistici”.

“Ho letto le parole di Toti dopo aver ricevuto stamattina la telefonata di una signora che mi comunicava che domani il plasma che donerò come ex-malato covid sarà usato probabilmente per sua madre ricoverata di 85 anni per la quale non è bastata la terapia che ha funzionato per me. Sono passato dalla commozione al disgusto in pochi secondi – aggiunge Acerbo – Le persone anziane che stanno morendo hanno mandato avanti il nostro paese, i politicanti come Toti lo stanno distruggendo. Se c’è qualcuno che non è indispensabile è proprio Toti. Mia madre a 86 anni è molto più produttiva di lui”.

“Gravissime le parole del presidente ligure Giovanni Toti, cui dovrebbero seguire soltanto scuse e non maldestri tentativi di invocare una cattiva interpretazione da parte dei lettori – è l’opinione di Italia in Comune Liguria – Non ci troviamo di fronte soltanto ad un inaccettabile cinismo, ma ad un concetto che non tiene in giusta considerazione quanto grande sia l’ apporto economico di un anziano nell’economia di una famiglia, e nell’economia in generale. Un anziano è esperienza, è supporto, è risorsa. A un anziano che non gode di ottima salute, come ad ogni altra categoria fragile, possiamo solo raccomandare prudenza e autotutela. Non altro. E se anche volessimo fare uno sforzo e credere che il presidente Toti non avesse in realtà l’intenzione di scrivere ciò che ha pubblicato, credere che nei prossimi minuti si affannerà come non mai a spiegare a tutti cosa in realtà volesse dire, e se anche si dimostrasse tanto bravo da convincerci che la sua idea di sanità pubblica non preveda persone sacrificabili o no, produttive oppure no, abbienti o meno, paganti o no, al termine delle sue spiegazioni, questa resterà comunque una pagina imbarazzante per la politica ligure e nazionale ed una dimostrazione di ignoranza di proporzioni enormi”.

“È anche difficile trovare le parole giuste per commentare il tweet di Giovanni Toti – dichiara il deputato genovese, Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Leu – Si è espresso in maniera orrenda, non degno di un presidente di una Regione come la Liguria. L’espressione ‘non indispensabile’ mi ha fatto venire un brivido lungo la schiena e ho subito pensato ai ‘lavoratori necessari’ del film Schindler’s List. La rettifica successiva è una toppa rabberciata, non serve affatto a sminuire la gravità del suo ragionamento. Le persone più fragili vanno tutelate, vero. Bisogna evitare che il virus torni a seminare morte tra le fasce d’età più martoriate. E chi resta vittima del Covid non può essere liquidato come un incidente di percorso, legato alla produttività. Toti è stato eletto per governare la Regione, non per abbandonarsi a discorsi di raro disprezzo per la vita umana”.

“Esprimiamo tutta la nostra indignazione e anche un certo imbarazzo per le dichiarazioni di oggi di Toti – scrivono ACLI Liguria, ARCI Liguria, AUSER Liguria e UISP Liguria in un comunicato congiunto – Non servono molte parole per affermare con forza che nessun ‘ragionamento più ampio’ o ‘fraintendimento’ può comprendere l’idea secondo la quale possano esistere differenziazioni tra persone che devono essere più o meno tutelate in base al fatto di “non essere indispensabili allo sforzo produttivo del Paese. Chiediamo al presidente Toti di scusarsi, senza ulteriori tentativi di giustificazione per quanto affermato, e di pensare concretamente alla tutela della salute di tutte e tutti i liguri, senza distinzione alcuna”.

“Le affermazioni con cui Toti minimizza la tragicità delle morti da Covid in Liguria sono così discriminatorie da essere orripilanti – tuona Raffaella Paita – E’ come se il presidente della Regione Liguria considerasse i decessi della fascia più anziana nella popolazione in qualche modo meno rilevanti. Per lui è sufficiente essere meno produttivi perché la propria vita diventi irrilevante? Si rende conto che la sua rischia di apparire come una oscena classificazione della morte? Corregga subito il tiro e soprattutto si vergogni”.

Un’altra condanna arriva dalle Sardine: “Sarebbe troppo facile infierire ed indignarsi di fronte a cotanta ignoranza ma noi vogliamo spiegare al presidente Toti il perché, oltre al cattivo gusto, il suo tweet è falsità allo stato puro. La Liguria è la seconda regione più anziana in Europa, il 28,5% della popolazione è over 65 e provocatoriamente, diciamo: ‘E meno male!’ e vi spieghiamo il perché. I nonni stanno sostituendo a tutti gli effetti il welfare che né lo Stato né le regioni sono in grado di offrire alle famiglie o alle giovani coppie che vogliano costruirsi un futuro. Gli over 65, sono coloro che hanno versato contributi per anni ed oggi percepiscono un reddito fisso (la pensione) che spesso sopperisce ai bisogni dei figli e dei nipoti, ma non solo: i nonni si occupano dei bambini, andandoli a prendere a scuola o all’asilo o portandoli a fare attività extrascolastiche e sport, fondamentali per la loro crescita sociale, che sarebbero impossibili a fronte di due genitori lavoranti tutto il giorno”.

“Ma guardiamo la questione da un altro punto di vista: sanitario – proseguono – La Liguria negli ultimi anni ha distrutto la sanità pubblica, affidando la gestione a privati, solcando un percorso già tracciato dal “modello sanità lombardo” (il 90% dei dirigenti di Alisa provengono dalla sanità della Lombardia), dimostratosi più fallimentare di quello ligure. Un Presidente al secondo mandato dovrebbe conoscere bene la propria regione e le sue peculiarità anagrafiche e quindi avrebbe dovuto rafforzare i presidi locali, come i consultori e gli ambulatori , per facilitare l’espletamento del diritto alla cura e alla salute delle persone più anziane abitanti nelle frazioni e nelle borgate: la morfologia del territorio in Liguria, deve essere perentoriamente presa in considerazione. Al contrario, sono state chiuse le pertinenze locali, chiusi 3 ospedali pubblici e privatizzate numerose strutture”.

“Il diritto alla salute è imprescindibile dall’età o da qualsiasi altra variabile e pertanto la sanità, non può e non deve essere affidata ad aziende che per loro natura abbiamo come obiettivo il profitto e non la salute dei cittadino: la sanità deve essere pubblica! Presidente, la sua incapacità gestionale è ormai palese, la polvere che con tanta omertà ha nascosto sotto il tappeto durante la campagna elettorale ormai ha “ricoperto il tappeto”: troviamo vergognoso che un presidente di regione si esprima pubblicamente in questo modo e troviamo altrettanto riprovevole che rettifichi accollando le responsabilità di quanto scritto, a suoi collaboratori. Vergogna” concludono.

“L’agghiacciante dichiarazione di Toti sulla non indispensabilità degli anziani allo sforzo produttivo del Paese è un colpo allo stomaco alle famiglie italiane – scrive Angelo Bonelli, coordinatore dell’esecutivo nazionale della Federazione dei Verdi – Ogni vita va difesa a prescindere non solo dall’eta ma anche dallo stato sociale e di salute. Riteniamo che queste dichiarazioni esplicitino un’idea della società che mette al centro solo chi produce, una idea totalitaria e razzista. Dopo aver fatto una campagna elettorale tesa a negare l’evidenza della drammatica situazione regionale e dopo aver cercato di smantellare ogni sistema sanitario regionale pubblico, ora arrivano le dichiarazioni del Presidente Toti, che ben si associano a quelle rilasciate dove ha spiegato che il divieto di uscita serale in realtà non esisteva e lo avevamo mal interpretato. A questa situazione non esiste una via d’uscita se non con il sostegno alle reti sociali esistenti, alla creazione di una società solidale e condivisa e soprattutto di una opposizione,che torni a fare il suo mestiere alternativo e propositivo”.

Durissimo anche il coordinamento regionale ligure di Articolo Uno: “Indecente. Non ci sono altri termini per commentare il twitter apparso sul profilo personale del presidente della regione Liguria Giovanni Toti, il definire le persone anziane della nostra regione, improduttive e quindi inutili è degno dei peggiori regimi nazifascisti. Abbiamo sperato che tale commento fosse un fake, ma il successivo commento del presidente ci ha tolto ogni dubbio, la pezza è peggiore del buco. Gli anziani della nostra regione devono essere maggiormente tutelati, ogni società civile difende i suoi cittadini più deboli. Ancor più grave quanto scritto da Toti considerando che in un delirio d’onnipotenza ha tenuto a sé anche le deleghe sulla sanità, evidentemente pensa che non sia così importante avere un’assessore che durante una pandemia globale possa dedicarsi a tempo pieno alla sanità ligure. La maggioranza di centrodestra durante l’estate non ha fatto nulla per prepararsi alla seconda ondata, non ha predisposto né hotel Covid né strutture simili, non ha utilizzato i soldi destinati dal governo ai trasporti. L’unica cosa che Giovanni Toti può fare per rimediare a quanto affermato è dimettersi, chiedere scusa a tutti i liguri e andare a casa, la Liguria non merita di essere governata da chi afferma che i morti sono tanti, ma visto che erano anziani e improduttivi possiamo anche fregarcene”.

E ancora, Sinistra Italiana Liguria: “Toti ha cercato di metterci una pezza. Ha scaricato la responsabilità sulle spalle di un collaboratore. Ma nella realtà Toti ha esattamente una visione discriminatoria e classista della società. È per questo che ha sottovalutato fin quando poteva e adesso che è impossibile cerca maldestramente di uscirne teorizzando che le vite degli anziani siano residuali e trascurabili. Parole indegne, che dividono la società tra i sani che lavorano e i più deboli e malati che non sono produttivi. Parole oscene, che rimandano inequivocabilmente a terrificanti orrori del passato. Dove sono dunque, per il presidente Toti, l’uguaglianza dei cittadini, la tutela dei diritti di tutti e di ciascuno e la società inclusiva che non lascia indietro nessuno? Sono queste le sue risposte alla crisi globale che stiamo vivendo e alle conseguenze della gestione scellerata della nostra regione? Una regione che peraltro è tra le più ‘anziane’ in un Paese a sua volta tra i più ‘anziani’ d’Europa. Presidente Toti, è stato ampiamente superato il limite. Attendiamo le sue dimissioni, unico gesto che potrebbe restituirle dignità”.

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