Perplessità

Teatro Chiabrera, Di Padova (Pd): “Sindaco confuso, felici dell’approvazione del consiglio”

"Gli atteggiamenti di Caprioglio e dell'assessore Rodino lasciano molti interrogativi"

elisa di padova - consigliere pd savona

Savona. Continuano le perplessità della minoranza sulla gestione del Teatro Chiabrera. “Il sindaco prima ci attacca e poi accoglie la nostra mozione” dichiara il consigliere dem Elisa Di Padova, in riferimento alla lettera inviata al Comune per chiedere di scindere in due figure la direzione del teatro (una per la parte amministrativa scelta tra i dirigenti comunali e una per le sue competenze artistiche e culturali). Mozione che ha ricevuto voti favorevoli anche da parte della maggioranza (leggi qui).

“Rispetto al bando del Comune per individuare la figura che sostituirà Roberto Bosi alla guida del Chiabrera – spiega Di Padova – abbiamo sollevato la questione mesi fa sperando che ci fosse lo spazio di una riflessione ulteriore, necessaria e richiesta da più fronti: quello politico, quello civico e quello del mondo della cultura di cui l’assessorato dovrebbe essere riferimento importante”.

“L’esito della terza commissione e della mozione portata insieme ai colleghi nel Consiglio di martedì, lascia qualche interrogativo soprattutto sull’atteggiamento del primo cittadino. Prima ha difeso la scelta del bando, poi ha attaccato i firmatari della lettera di conflitto di interesse ‘avevo la fila alla porta’, ha detto con una certa caduta di stile (sottolineando che molte firme erano di persone che si erano candidate come futuri direttori ndr). Ha aggiunto inoltre che i firmatari non sono credibili perchè non sono abbonati e poi ha votato a favore della mozione contraddicendo quello che aveva affermato sia lei stessa che il suo assessore alla cultura pochi minuti prima. Viene da dire, delle due l’una: se ne traggano le conseguenze”.

“Colpisce poi l’assillante e strambo richiamo alla ‘trasparenza’: anche gli incarichi temporanei si possono dare attraverso una procedura di assoluta trasparenza magari con la nomina di una commissione di alto profilo culturale” evidenzia Di Padova.

“Ci sarebbe stato e c’è tutto il tempo per aprire un confronto con la città e studiare le possibili opzioni su una scelta così importante per le politiche culturali. Era importantissimo che questo passaggio non fosse interpretato come una semplice sostituzione di personale: stiamo parlando del teatro civico che riteniamo debba avere un’importanza profondissima nella formazione dei cittadini di domani”.

“Il bando lasciava perplessi soprattutto per due ordini di motivi: in primis perché si cerca in un’unica figura la competenza amministrativa di gestione e quella artistica di programmazione e poi perché è previsto un contratto a tempo indeterminato: meglio e più in linea con i tempi una selezione per un numero limitato di anni a cui affidare e richiedere risultati misurabili sia in termini quantitativi che qualitativi”.

“C’è oggi la possibilità di aprire un nuovo ciclo, ispirandosi a tanti diversi modelli di gestione di teatri civici in Italia, perché modelli che funzionavano molti anni fa oggi, con i cambiamenti nel panorama culturale italiano e internazionale e con le maggiori incombenze in ambito amministrativo, potrebbero risultare decisamente vincolanti per la vivacità culturale della nostra città. Se apriamo le porte a esperti di alta qualità riconoscibili nel panorama artistico nazionale, gettiamo ponti di opportunità anche per le nostre esperienze e produzioni culturali cittadine, aprendoci verso l’innovazione. Sarebbe un peccato che Savona si privasse della figura di un direttore artistico, magari un nome di spicco inserito nel panorama nazionale che quindi in quel panorama possa fare dialogare e attivare collaborazioni di rilancio e crescita per Savona” spiega sempre il consigliere del Pd.

“Fermarsi, condividere e perché no, cercare sinergie e collaborazioni con le realtà a noi più vicine , penso alle principali fondazioni, alla ricerca di un modello innovativo, prima di compiere una scelta determinante come questa, non è un gesto di debolezza ma di dimostrazione del valore che si vuole dare alla cultura nella nostra città”.

“Siamo lieti che il Consiglio abbia fatto unanimemente un passo in questa direzione e dispiaciuti che sia la direzione opposta di sindaco e assessore che dovrebbero essere i riferimenti e i primi a porsi quest’ordine di interrogativi. Savona ha fame di cultura e il teatro è un’espressione importantissima delle sue politiche culturali: faccia un passo verso l’innovazione si apra alla città e al futuro in maniera dinamica” conclude Di Padova.

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