Rabbia

Taglio Tari a commercianti, Celle e Varazze protestano: “Sciopero delle cartelle”

Alassio pensa di adottare il provvedimento per aiutare "chi è già stato danneggiato dalle restrizioni causate dal Covid"

Celle Ligure-Varazze. “Tari durante il lockdown: non la paghiamo”. È questo l’urlo di protesta dei ristoratori di Celle e Varazze dopo che, nonostante le restrizioni del lockdown, si sono visti recapitare la tassa della spazzatura intera.

“Ho chiuso il locale per tre mesi, – dice Riccardo Rebagliati titolare dello storico ristorante Mosé. – Nessun aiuto e con incassi zero, senza produrre spazzatura, e mi arriva la Tari a prezzo pieno?”

“Io, – continua esasperato il ristoratore cellese, – i quasi 6mila euro che mi chiedono non li pago perché non posso ed è immorale che il Comune, la Sat e lo Stato me li richieda minacciando multe”.

Più che mai determinato Rebagliati, che porta ad esempio  gli sconti praticati da Pontinvrea e l’iniziativa di Alassio (leggi qui), che pensa ad una riduzione della tassa in aiuto degli imprenditori: “Come vedete, – sottolinea ancora, – quando si vuole una cosa si può fare, non ci sono ostacoli.“ 

Gli fa eco in questa crociata, nella vicina Varazze, anche il noto ristoratore del Bistrot de Vaze, Enrico Nani: “Basta con le speculazioni, – tuona. – Le tasse bisogna pagarle tutti, ma in maniera equa. Se non si produce non si paga, mi sembra logico. Se non incasso perché mi è stato imposto di chiudere? Dove li trovo i soldi? Se vado a bagno io vanno a bagno anche i miei dipendenti e le loro famiglie, che con il lavoro ci campano. È una questione di coscienza”.

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