Dialogo

Scuole, il M5S: “Toti e i suoi assessori cercano di scaricare le colpe, ma potevano dialogare col governo in estate”

"Accusare la ministra Azzolina di delegare le decisioni alle singole scuole, infine, francamente fa sorridere"

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Liguria. “Da fine giugno a fine agosto, ci sono stati innumerevoli tavoli tecnici, indetti proprio per audire le Regioni e dipanare con loro eventuali criticità prima che suonasse l’attesissima campanella di metà settembre. Al netto della partecipazione evidentemente distratta di Toti o dei suoi assessori ai citati tavoli, resta una certezza: quei tavoli erano stati organizzati proprio per evitare che si palesassero i problemi che vediamo oggi. Alle Regioni, tra fine giugno e fine agosto, era stato chiesto proprio questo: comunicare ai ministeri competenti eventuali problemi legati al Tpl per trovare poi insieme la quadra”. Lo dichiarano i consiglieri dei gruppi M5S di Liguria e Genova.

“Non è certo da Roma che può arrivare una segnalazione in merito a uno specifico quartiere cittadino – continuano i consiglieri – È l’Ente locale semmai che deve farlo, avendo il polso del proprio territorio sentiti i sindaci e gli uffici scolastici. Nei mesi estivi, Regione Liguria dunque non ha fatto la propria parte, salvo “accorgersi” delle criticità a fine agosto e chiedere dunque soldi al Governo. Lamentarsi a metà ottobre è ridicolo. Le misure decisive e incisive sul virus oggi ci sarebbero se Regione avesse ragionato secondo una tempistica ben diversa e mettendo in campo una partecipazione leale a quello che egli definisce ‘riunionismo'”.

“Per quanto riguarda il metodo, ricordiamo al Governatore che nel Piano scuola sottoscritto a fine giugno sono chiaramente elencate le misure da mettere in campo in caso di recrudescenza del Covid-19. E qui, repetita iuvant. Nel documento infatti si legge: ‘Qualora l’andamento epidemiologico dovesse configurare nuove situazioni emergenziali a livello nazionale o locale, sulla base di un tempestivo provvedimento normativo, potrebbe essere disposta nuovamente la sospensione della didattica in presenza e la ripresa dell’attività a distanza, attraverso la modalità di didattica digitale integrata (…) Ciascuna istituzione potrà definire, in virtù dell’autonomia scolastica, modalità di alternanza/turnazione/didattica a distanza proporzionate all’età degli alunni e al contesto educativo complessivo. In particolare, per gli ordini di scuola secondaria di I e II grado, al fine di ridurre la concentrazione di alunni negli ambienti scolastici, potranno essere in parte riproposte anche forme di didattica a distanza'”.

“Accusare la ministra Azzolina di delegare le decisioni alle singole scuole, infine, francamente fa sorridere: non è stata la Ministra a delegare le decisioni alle singole scuole, ma il regolamento sull’autonomia del 1999. E comunque, non appena Toti ha dovuto dimostrare di essere all’altezza di quell’autonomia tanto pretesa, sono arrivati i proverbiali nodi al pettine”, concludono i pentastellati.

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