Genova. Tempi più lunghi per il processo per il crollo del ponte Morandi, che è costato la vita a 43 persone. I periti che dovevano consegnare la relazione sulle cause del crollo entro il 15 ottobre hanno chiesto 45 giorni in più per il deposito e il gip Angela Maria Nutini ha accolto la richiesta.
Così tutto il calendario dell’incidente probatorio in corso slitta in avanti: le operazioni peritali andranno avanti fino a fine ottobre, la relazione sarà depositata entro il 30 novembre e l’udienza per la discussione, fissata a dicembre, slitta all’11 gennaio 2021.
Le motivazioni ufficiali del collegio dei periti per chiedere più tempo sono diverse. In particolare i periti vogliono eseguire nuovi rilievi sui 3248 fili del reperto 132, misurando il diametro di ciascun filo.
Sul reperto 132, considerata dalla procura di Genova la prova “regina” perché è il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti nel primo incidente probatorio – quello relativo allo stato del ponte al momento del crollo consegnato nell’estate di un anno fa, avevano già individuato nei trefoli “uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri, derivanti dello zolfo, e cloruri”.
Ora la richiesta di rimisurarli, richiesta che tuttavia i periti di Autostrade e Sea avevano fatto già da un anno, che porta ora al nuovo slittamento, quindi non è facile comprendere perché la nuova misurazione arrivi solo ora. Proprio Autostrade nella relazione recentemente depositata sulle cause del crollo ha parlato di un “bolla d’aria” nel calcestruzzo dello strallo della pila 9, continuando a sostenere anche che la maxi bobina di coil sia stata causa scatenante il cedimento.
Tra le altre motivazioni apposte dai periti per chiare il rinvio quello di “poter svolgere ulteriori confronti nel contraddittorio su alcune questioni ancora aperte tra cui l’analisi delle immagini del video e dei risultati delle prove e dei riscontri eseguiti finora”. “A ciò ci aggiunge – dicono i periti . che gli impegni nelle attività operative non hanno consentito di dedicarci alla scrittura della perizia”. Infine fanno cenno al lutto subito da uno dei periti che ne ha impedito la presenza nell’ambito dell’ultima riunione collegiale.
L’inchiesta per il tragico crollo del 14 agosto 2018 vede indagate 71 persone, insieme alle due società Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso.