Per i più deboli

“Prenderemo vie legali”, la battaglia di Ciangherotti in difesa di un ragazzo disabile

Dopo il no di Asl2 al trasferimento, l'assessore provinciale non intende fermarsi

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Albenga. Continua la battaglia di Eraldo Ciangerotti in difesa del ragazzo disabile (leggi qui), costretto a frequentare una struttura di Andora pur avendone una vicino casa, proprio ad Albenga. Dopo il no, ricevuto dalla direttrice della struttura complessa per la gestione di anziani e disabili, il capogruppo di Forza Italia e assessore provinciale minaccia di intraprendere vie legali.

“Dal gennaio 2019 – racconta – Michele (nome di fantasia) frequentava al mattino il Centro diurno della Fondazione Sacra Famiglia di Andora e la scorsa primavera era stato lasciato a casa perché la struttura andorese era stata chiusa, causa Covid? Ebbene, la mamma, vedova, con pensione minima e senza alcun aiuto esterno nella gestione del giovane disabile, aveva chiesto che Michele fosse preso in carico dalla struttura Anfaas di Albenga, più comoda dal punto di vista logistico, essendo il giovane in carrozzina obbligato a fare un viaggio di 50 km ogni volta, ma anche più conveniente dal punto vista sociale per il ragazzo”.

“Faccio un esempio, se un pomeriggio il nostro Michele e un suo amico conosciuto nel Centro diurno volessero andare a mangiare un gelato assieme, difficilmente la mamma di Michele potrebbe portare il figlio ad Andora, magari ad Albenga sì. Avevo chiesto alla struttura complessa per la gestione di anziani e disabili di spostare Michele ad Albenga, rispettando la richiesta della famiglia che da subito, nel 2019, indicò l’Anffas come centro diurno più adatto”.

Ma Ciangherotti ha ricevuto esito negativo alla sua richiesta. “Il direttore della struttura complessa Nadia Repetto mi ha risposto che no, non è possibile accogliere Michele ad Albenga perché ‘il setting più idoneo per lui’è  Andora – spiega – Per chi parla italiano, ovviamente, il “setting” è parola ostica, significa semplicemente che Andora è più adatta. Ma le parole sono parole, senza una base medica, e allora, da rompiballe qual sono, andrò avanti, con il consenso della famiglia, per vie legali contro questa decisione, non supportata da nessuna rilevanza sociosanitaria”.

“Michele non è un numero da giocare sull’economia sanitaria – sottolinea – non è un pacco da parcheggiare in una struttura senza valutarne la possibile integrazione sociosanitaria, Michele è una ‘Persona Speciale’ che merita tutto il nostro aiuto contro una burocrazia ottusa e ottocentesca”.

“Mi raccontavano, anni fa, di quando un grande sindaco di Albenga, Angelo Viveri, all’epoca consigliere comunale come me, aveva portato in Consiglio comunale le camice di forza con cui venivano costretti gli anziani che avevano problemi di demenza senile. Non mi paragono ad un gigante, ma ad un difensore dei più  deboli sì” conclude Ciangherotti.

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