Riviera. L’edizione 2020 della RunRivieraRun HalfMarathon, la mezza maratona con partenza da Varigotti e arrivo a Loano, non si correrà. A renderlo noto sono stati ieri gli organizzatori dell’Asd RunRivieraRun, attraverso le parole e l’amarezza del presidente Luciano Costa: decisiva la decisione di Finale Ligure e Loano, due dei Comuni partner (gli altri sono Pietra Ligure e Borgio Verezzi), di emettere un’ordinanza per vietare lo svolgimento di qualsiasi tipo di manifestazione nell’immediato futuro.
Una decisione, chiarisce la società organizzatrice, presa “contro la nostra volontà” e a dispetto di riunioni con i quattro Comuni nelle quali era stato definito “un protocollo definito nei minimi dettagli, scrupoloso e puntuale, discusso anche con il Delegato tecnico della gara, che avrebbe salvaguardato la salute di ognuno. Mascherine obbligatorie pre, post e per i primi 500 metri, distanziamenti, igienizzanti ovunque, una squadra formata e specializzata per controllare che ognuno seguisse le regole, termoscanner, niente ristoro finale, niente doccia, nessuna navetta, sicurezza e salute al primo posto”.
Questa mattina, invece, è stata confermata la Granfondo di Alassio, evento amatoriale che conclude la stagione organizzativa del GS Alpi: rinviata a suo tempo per il lockdown (era prevista il 15 marzo), si svolgerà domenica 18 ottobre. E già il paradosso colpisce. Qui si parla di ciclismo e non di corsa, vero, ma le similitudini nell’organizzazione non mancano così come simili sono le misure anticontagio: “E’ tassativo indossare la mascherina in griglia di partenza – spiega Vittorio Mevio, presidente del comitato organizzatore – e sarà possibile toglierla solo dopo il via, per indossarla di nuovo subito dopo il traguardo”. A cambiare è invece sono i percorsi (qui le strade chiuse): sia quello da 65 km che quello da 106 non attraverseranno i due Comuni (Finale e Loano) che hanno emanato l’ordinanza.
Sempre nel weekend si terrà inoltre SwimTheIsland a Spotorno. Anche in questo caso si tratta di un rinvio: originariamente era in programma il 3-4 ottobre, ma è slittata di due settimane a causa dell’allerta rossa. E anche qui gli organizzatori garantiscono “pieno rispetto delle linee guida previste per la contingente situazione epidemiologica – spiega Max Rovatti di TriO Events – stiamo lavorando con tutti gli enti competenti affinché la manifestazione possa svolgersi in totale sicurezza. Proprio in questo momento di particolare difficoltà abbiamo voluto ampliare il coinvolgimento degli operatori territoriali con la nuova partenza dai Bagni Bahia Blanca di Spotorno”.
Anche qui il paradosso è evidente: sono attesi circa 2000 nuotatori che dovranno sottostare a un rigido protocollo, esattamente come avverrà ad Alassio e come era in programma anche per i partecipanti della mezza maratona. Anche se in questo caso, almeno, ci sono delle ragioni per cui considerare l’evento di nuoto “meno rischioso” dal punto di vista dei contagi: è possibile garantire l’assenza di pubblico, le partenze sono scaglionate (con 8 nuotatori al minuto) e la gara, ovviamente, si svolge in acqua.
Nella prevenzione del contagio, va detto, i controsensi sono all’ordine del giorno non solo nello sport, ma nella vita quotidiana: a scuola è impossibile passarsi una matita mentre al supermercato gli articoli vengono toccati da chiunque, ci sono persone che finiscono in quarantena senza tampone e altre che invece vengono sottoposte ai test. Ma in questo caso la disparità è particolarmente eclatante, dato che alla fine è una sola vera, sostanziale differenza (la scelta di due specifici Comuni di adottare una stretta sugli eventi, quando quelli vicini non lo fanno) a mandare in fumo mesi di lavoro di decine di persone.
Impossibile sapere o anche giudicare chi stia attuando la scelta corretta: in una simile situazione di confusione sia “chi chiude” sia “chi apre” hanno validissime ragioni per farlo, e arrivano a quella scelta al termine di un percorso di valutazione non facile. Ma non si può non comprendere chi, come Luciano Costa di RunRivieraRun, si sfoga amaramente: “Fin dall’inizio del lockdown abbiamo parlato di coraggio e creatività, due parole che abbiamo messo in pratica in questi mesi, cercando di dare speranza, di coinvolgere tutte le persone che ci seguono e che credono in noi. Penso all’immenso lavoro dietro alla nostra Regina, ai costi aggiuntivi per presentarci pronti all’evento, affinché nulla fosse lasciato al caso, ai nostri tanti volontari pronti ad accogliere i partecipanti. Ora ci sentiamo sconfitti, abbiamo perso la nostra battaglia, la nostra battaglia di sport, l’elemento che riteniamo cardine per la vita di tutti noi e credo che, questa volta, sarà difficile rialzarci. E non per nostra volontà”.
“E lo dico avendo ben chiara la situazione del Covid-19, come allo stesso tempo, ho ben chiaro il perché si sarebbe dovuto andare avanti, con responsabilità e sicurezza, con uno sport che non è certo di contatto – fa notare – Ripeto, chi é in grado di organizzare, é in grado di rispondere a tutte le criticità, non essendo un ostacolo, ma un valore aggiunto per la Comunità in un momento così difficile”.