Liguria. “Come un paziente in coma con l’encefalogramma piatto. Bar e ristoranti già prima e durante il lockdown erano in affanno. Ogni giorno a fare i conti con tasse e contributi da pagare. Notti insonni e senza soluzioni all’orizzonte. Il governo ha promesso una potenza di fuoco, risorse capaci di evitare il ko. Oggi, alla luce del nuovo Dpcm, il governo anziché aiutare la categoria, ha staccato la spina. La domenica è giorno di festa, ma non c’è nulla da festeggiare”.
Così Eraldo Ciangherotti, consigliere comunale ad Albenga e consigliere in Provincia condanna la decisione del governo di «spegnere le luci sulla movida.
“I focolai sono altrove, perché nei ristoranti gli assembramenti non ci sono mai stati. Eppure è prevalsa la scelta di punire chi, con scrupolo e rigore, cercava di rispettare le regole e mantenere famiglia e dipendenti – prosegue Ciangherotti – Come si può immaginare che ristoranti e locali possano lavorare solo a mezzogiorno? Le prospettive sono ancora più pesanti. Ci avviamo verso una progressiva stretta sulle attività senza che, a compensazione, si stiano prevedendo misure adeguate per consentire al settore di sopportare limitazioni, oneri aggiuntivi, chiusure anticipate o, addirittura, definitive. E’ forse questa la potenza di fuoco che tanto sbandierava Conte?». Condannate anche palestre e piscine”.
“Il governo ha messo al tappeto anche il tempo libero e lo sport. Restrizioni pesantissime che condannano i giovani a trovare occasioni di svago diverse quando la palestra e le piscine rappresentavano la giusta valvola di sfogo, sana e costruttiva per i nostri ragazzi. Lo dico da medico: l’importanza dell’attività fisica è determinante per la salute. Non ci ammaleremo di Covid, ma di sovrappeso, di noia e di altre malattie” conclude.
E non mancano altre reazioni politiche: “In Liguria ci sono quasi 500 palestre, con il nuovo Dpcm rischiano di non riaprire mai più: parliamo complessivamente di quasi 4mila lavoratori in varie forme che temono per il loro futuro. Chiediamo che il Governo intervenga immediatamente per un sostegno economico. E nella nostra regione ci sono anche 45 piscine pubbliche e 420 polisportive con il coinvolgimento di migliaia di lavoratori” rincara Stefano Anzalone, consigliere regionale di Cambiamo.
“A questo provvedimento di chiusura deciso nel Dpcm deve corrispondere immediatamente da parte di Roma una risposta per un ristoro economico che deve arrivare velocemente” conclude.
“Un decreto che lascia davvero l’amaro in bocca a tutti, ma soprattutto al mondo delle partite ive e in generale di chi lavora con il pubblico. Stretta a tutto campo su palestre, centri estetici, bar e ristoranti. Limitazioni sul numero delle persone al tavolo, raccomandazioni invasive su chi invitare nelle proprie case e soprattutto di tenere le mascherine anche in casa. No, non è una barzelletta, ma il frutto del lavoro notturno di Conte e amici” sottolinea la Lega sezione di Loano.
“Gli italiani si aspettavano risposte concrete su come ovviare al problema del trasporto pubblico, aiuti economici ai settori colpiti con l’ultimo dpcm e soprattutto un’indicazione di massima su come convivere e affrontare in mondo risolutivo l’epidemia di Covid 19”.
“Ad onor del vero circa il trasporto pubblico si da’ la facoltà ai presidenti di regione di ridurre le corse dei mezzi per ovviare al problema degli assembramenti negli orari di punta. La soluzione è l’aumento delle corse con appalti ai privati per garantire la mobilità e al tempo stesso aiutare un settore in sofferenza. Singolare poi la disparità di trattamento per luoghi di ristoro e bar presenti su rete autostradale, portuale, aeroportuale o negli ospedali rispetto a quelli tradizionali: i primi possono mantenere orari classici mentre i secondi alle 18 giù la serranda pena multe stratosferiche”.
“Non ci convince questo dpcm perché limita le libertà economiche, grava sul tessuto produttivo e aumenta l’ansia tra i cittadini. Non ci convince questo governo dormiente e avvezzo solo a colpevolizzare i cittadini e le autonomie locali. Non ci convince questa normazione di secondo grado senza passare dal parlamento per sentire anche la voce dell’opposizione come se i migliaia di italiani che rappresenta non contassero nulla”.
“Dichiara un noto ristoratore della zona: come ordinato dal governo abbiamo sanificato i locali da ditta specializzata, allontanato i tavoli eliminando dei coperti, plastificato i menù, abbiamo preso i numeri di telefono dei clienti per i tracciamenti, provato la febbre a tutti e messo cartelli ovunque. Abbiamo rispettato tutte le regole. Adesso di punto in bianco ci dicono che alle 18:00 dobbiamo chiudere. Per un ristorante con apertura solo serale e con la cella frigo piena di prodotti freschi, carne, pesce e verdura cosa deve fare? Buttare tutto! E chi pagherà tutto questo? Il vero rammarico è per il nostro staff che, insieme a noi, saranno in veramente in difficoltà”.
“La nostra sezione, conclude il referente cittadino Demis Aghittino, sta già raccogliendo le molte proteste dei commercianti locali che si sentono, giustamente, colpevolizzati e costretti a pagare a caro prezzo l’incapacità operativa di questo governo sempre più distante e insensibile alle reali problematiche del territorio” conclude la Lega loanese.
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