Savona. C’è l’assoluta necessità di proteggere la popolazione attiva: l’influenza è ormai alle porte. Su questo c’è ampia condivisione delle parti ma ora bisogna rendere operative le comuni intenzioni. Un problema che ci tocca da vicino sia come professionisti al banco sia come giovani appartenenti alla cosiddetta popolazione attiva”. Commenta così la savonese Carolina Carosio, presidente nazionale dei Giovani Farmacisti (Fenagifar) in merito all’influenza.
“Le quote di vaccini destinate alle fasce intermedie sono ad oggi del tutto insufficienti a soddisfare i criteri di copertura vaccinale raccomandati, che quest’anno sono ancora più fondamentali da raggiungere – prosegue – Sicuramente i giovani sono i soggetti meno a rischio ma sono senza dubbio i veicoli privilegiati dal Covid-19 e dall’influenza per la diffusione sul territorio, rappresentando la fascia socialmente più attiva”.
“Se davvero vogliamo tenere la situazione sotto controllo limitando rischi e contagi ci deve essere la volontà di guadare tutti nella stessa direzione, un appello chiaro da rivolgere ai presidenti delle Regioni, che oggi più che mai devono avere la lungimiranza richiesta – continua – Come farmacisti abbiamo più volte segnalato, già a partire dal mese di luglio, che le dosi destinate alle farmacie per soddisfare gli obiettivi prefissati sarebbero state del tutto insufficienti”.
“Ora non c’è più tempo – dice ancora la presidente – Dobbiamo essere pronti a fronteggiare l’emergenza, in vista del circolare simultaneo di Covid-19 e influenza, altrimenti la situazione si farà davvero critica. Le farmacie sono il primo presidio territoriale, le prime a cui i cittadini si rivolgono per informarsi e chiedere supporto: dobbiamo essere tutti nelle condizioni operative di poter soddisfare le esigenze dell’intera popolazione.
“In condizioni di emergenza, come quelle attuali, dobbiamo garantire la copertura contro l’influenza alle persone che lavorano, per far sì che un’epidemia influenzale diffusa vada a sovrapporsi a quella del Sars-CoV-2 – conclude Carolina Carosio – Vanno limitati il rischio sanitario di una doppia infezione circolante e l’inevitabile danno economico che scaturirebbe dal costringere molti più italiani a letto”.