Urgenza

Il maltempo torna a colpire la piana albenganese: allagamenti, danni e polemiche fotogallery

I mancati interventi sui rii e corsi d'acqua dell'albenganese: "Non ci sono alibi, la Regione intervenga"

allerta meteo 2 ottobre 2020

Ponente. L’ondata di maltempo e le piogge hanno colpito la piana albenganese ed il settore agricolo, dove si registrano i primi allagamenti e danni alle imprese.

E non mancano le polemiche da parte delle associazioni di categoria del mondo agricolo, con diretto riferimento ai fondi promessi per il secondo lotto del “nodo” Fasceo, Carendetta e Carenda, ovvero i rii che da sempre creano criticità per esondazioni e dissesti.

“La Regione Liguria in più occasioni si è impegnata di fronte agli agricoltori della zona per il finanziamento del secondo lotto dei lavori di messa in sicurezza dei rii e dei corsi d’acqua dell’albenganese. Lavori urgenti e necessari come dimostra l’esondazione di questa mattina – afferma il direttore di CIA Savona Osvaldo Geddo, che sta monitorando la situazione maltempo e le segnalazioni delle aziende agricole -. A noi risulta che i progetti del Comune siano in Regione da tempo, pertanto non ci sono alibi”.

“Chiediamo agli eletti che hanno trattato questo argomento recentemente in campagna elettorale, di dare dimostrazione di coerenza e di risposte concrete. Le aziende agricole della piana albenganese non vogliono più ascoltare parole, pretendono fatti e azioni in grado di tutelare le loro imprese nelle giornate di maltempo. E ogni danno subito diventa sempre più inaccettabile” conclude Geddo.

“In piena allerta rossa, e dunque non ancora consapevoli di cosa la stessa causerà, sono già a contare gli ennesimi danni sulla Piana di Albenga” rincara il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis.

“L’eccezionalità delle precipitazioni in atto – prosegue – non può e non deve essere ‘giustificazione’ di quello che sta accadendo nella zona del rio Fasceo, e nel nevralgico snodo da rio Carendetta e rio Fasceo, che ricordo essere canali di primo livello, con la Carenda. Tutte le aziende della zona sono andate per l’ennesima volta a bagno”.

“Ma ciò, ora più che mai, non è comprensibile né giustificabile”.

“All’atto dell’inizio dei lavori sul primo lotto, finanziati grazie al PSR ed anche all’attenta curatela della domanda di aiuto sul medesimo programma, proprio da Confagricoltura presentata in nome e per conto del Comune di Albenga, sono stati garantiti i fondi per il secondo lotto, quello in cui oggi si è già assistito alla rovinosa esondazione che ha fatto perdere l’intera produzione autunnale/invernale di decine di aziende”.

“Fondi stimati in circa 4 milioni di euro, come ricordato anche nei passaggi stampa dell’epoca, già disponibili come parte del piano di riqualificazione e recupero idrogeologico del Paese varato dall’allora Governo Renzi. Ad oggi nulla è seguito a tali dichiarazioni. O meglio – sottolinea ancora De Michelis – alla prima allerta rossa della stagione autunnale, le aziende hanno subito impotenti ed attonite l’ennesimo scempio e l’ennesima insostenibile perdita del proprio lavoro, dei propri ricavi”.

Confagricoltura ha chiesto quindi a gran voce che Regione e Comune, per le rispettive spettanze, si attivino immediatamente per dare seguito anche a ciò che “qualcuno” si era impegnato pubblicamente a fare e rendere immediatamente cantierabile: “E’ urgente l’immediata convocazione di un ‘Tavolo Verde’ in Comune per gli opportuni chiarimenti e, come nella nostra natura, dare immediato seguito alle soluzioni ed agli atti necessari a far si che ciò che sta accadendo ora non debba più succedere”.

“Chiedo – conclude De Michelis – alla Regione, come reiterato a tutti i candidati in campagna elettorale, che finalmente si attui il binomio ‘più agricoltura e meno cemento’ con l’individuazione, a Giunta insediata, di un disegno di legge quadro per la pianificazione dei territori a vocazione agricola affinchè davvero l’agricoltura sia il centro e non il ‘di più o il di cui’, con un piano concreto di gestione delle acque, interventi di tutela del territorio e definitiva soluzione del dissesto”.

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