Cairo Montenotte. Ultimo giorno di attività del Punto di Primo intervento di Cairo, che, da stasera, come annunciato dall’Asl 2 Savonese, chiuderà fino a data da destinarsi. Entra infatti nel vivo la Fase quattro dell’emergenza sanitaria e visti i numeri poco confortanti si sta cercando di fare quadrato sugli ospedali Covid della provincia. Ad oggi si parla di una ventina di operatori sanitari in servizio a Cairo che da domani saranno trasferiti al San Paolo per affrontare la seconda ondata di contagi e incrementare le basse e medie intensità di cure.
Per la Val Bormida, però, è l’ennesima tegola che cade sulla testa degli utenti proprio alle porte dell’inverno, con i disagi che l’entroterra è tristemente abituato a dover affrontare. Molti i timori, anche tra i sindaci, come spiega il cairese Paolo Lambertini: “Essere consapevoli della situazione di grave emergenza e accettare queste decisioni è doveroso anche se per il futuro non si può pensare di avere per la Valle un ospedale a singhiozzo, le cose dovranno cambiare in modo drastico. Unico elemento positivo è il mantenimento degli ambulatori e il potenziamento del reparto di comunità, esperienza di concreta sinergia con gli altri ospedali della provincia. Il confronto che chiederemo come Distretto entro la fine della settimana col Presidente Toti è ancor più urgente per definire un futuro certo al nostro ospedale”.
“Un passo avanti e due indietro” è invece il commento del primo cittadino di Carcare, Christian De Vecchi, che pur comprendendo le ragioni manifesta i suoi timori per questa ennesima chiusura che penalizza sempre gli stessi cittadini.
“Sbagliare è umano, perseverare è diabolico – ribatte Roberto Molinaro da Cosseria – Coinvolgiamo l’esercito per sopperire al personale sanitario ma non chiudiamo gli ospedali”, a cui fa eco chi sostiene che sette mesi di lotte per riavere un presidio più o meno efficiente non siano serviti a nulla.