Auspicio

Energia, Toti: “Il Modello Genova anche per il settore della transizione energetica”

"Parlare di energia oggi significa parlare di tutto il nostro mondo"

Giovanni Toti

Regione. Potrebbe essere traferito anche al settore della transizione energetica il Modello Genova. Lo auspica il presidente della Regione Giovanni Toti, che quest’oggi è intervenuto alla tavola rotonda “Energia e sviluppo della Liguria per l’Italia” a cui hanno partecipato, tra gli altri, il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino, il direttore generale di Tirreno Power, Fabrizio Allegra ed il componente del collegio Arera Stefano Saglia.

Secondo Toti “ci sono settori che non si possono fermare. Oggi l’epidemia ci vede costretti a gestire situazioni complesse. La modernizzazione delle nostre reti, il consumo di energia e il farlo in modo consapevole, insieme alla digitalizzazione, allo sviluppo delle reti e del telelavoro: in tutto questo l’energia ha un peso, quindi parlare di energia oggi significa parlare di tutto il nostro mondo”.

Secondo Toti, con il Modello Genova si è “inaugurato drammaticamente un modello di efficienza e collaborazione tra pubblico e privato. In qualche modo stiamo applicando anche al Covid un modello di interventi mirati e settoriali senza costringere un intero paese ad assoggettarsi a regole severe. Anche la riconversione delle aree Tirreno Power è un pezzo di quel modello e ha portato un comune ad essere al centro di un progetto di riconversione industriale. Oggi dobbiamo affrontare un tema analogo a Spezia, con la sua centrale a carbone per la quale dovremo trovare nuovi progetti di riconversione”.

“Un’altra sfida fondamentale sarà quella del sistema portuale, dove registriamo l’inquinamento delle grandi navi: dovremo garantire compatibilità tra grandi porti logistici e turistici e le grandi città. C’è poi il tema della mobilità elettrica e mediante l’utilizzo di energie di nuova generazione. Le nuove fonti energetiche e la compatibilità tra sviluppo e ambiente: da qui passa il futuro del Paese. Sostenibilità e sviluppo una volta erano un ossimoro, oggi questo connubio deve essere un volano”.

Toti nota che “l’Europa presenta tanti piani ‘green’, mette risorse sul piano ma poi i progetti sono molto difficili da realizzarsi. Lo sostengo da tempo. Il Recovery Fund, insieme a Mes ed extradeficit e piani di sviluppo, si riveleranno addirittura dannosi se non ci saranno regole di spesa veloci ed efficaci. Una volta stanziati i fondi molto spesso, prima che si inizi davvero a portare a termine un investimento, ci vogliono molti anni. Ciò finisce per rendere obsolete le infrastrutture realizzate, perché progettate negli anni passati. Immettere risorse è cosa buona e giusta, ma senza regole certe ed efficaci tutto è vanificato. Un Paese che fa fatica a spendere la sua spesa pubblica costituirà il medesimo imbuto che abbiamo vissuto nel recente passato con la cassa integrazione Covid: occorre usare strumenti inadeguati per volumi crescenti di sostegno al reddito erogati in tempi intollerabili, con persone che perdevano la fiducia. I politici sono leoni della semplificazione nei salotti tv, ma quando si arriva in aula a fare le leggi tutto si complica”, conclude Toti.

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