Liguria. Due inchieste, apparentemente di segno opposto, tengono banco in queste ore. Sono entrambe della Procura di Genova e riguardano il caos sulle autostrade dell’estate scorsa (leggi qui) e i provvedimenti adottati dalla Regione per fronteggiare la (prevista) seconda ondata di contagi da Covid (leggi qui).
Di segno opposto perché nel primo caso già la Procura chiede l’archiviazione per Autostrade rispetto all’accusa di aver provocato gravi disagi. Nel secondo perché si vuole accertare se la Regione abbia adottato tutti i provvedimenti necessari per prepararsi all’emergenza sanitaria.
Chiariamo perché abbiamo definito le inchieste – semplificando per una miglior comprensione – “di segno opposto”. Parlando di autostrade, risulta evidente che i cittadini non potranno avanzare alcuna pretesa di risarcimento per i gravi danni economici subiti a causa dei blocchi del traffico. Passando invece all’emergenza sanitaria, i cittadini medesimi potrebbero essere tutelati se si accertassero ritardi da parte della Regione.
Occorrono alcune altre precisazioni. Intanto in Italia – per fortuna – qualsiasi imputato deve essere ritenuto innocente fino al terzo grado di giudizio. Considerati i tempi biblici della nostra giustizia, per le autostrade avremo sentenza definitiva quando non serviranno più a nulla perché ci muoveremo tutti con piccoli aerei privati e, nel caso della Sanità, il Covid sarà debellato o ci avrà già ucciso tutti.
Inoltre, le semplici indiscrezioni di cui si è in possesso non sono esaustive delle reali intenzioni della Procura di Genova (inquirente in entrambi i casi, anche se con magistrati diversi) e non ne chiariscono del tutto motivi e intenzioni. Tutto ciò premesso, come si dice nel burocratese giudiziario, alcune osservazioni possono comunque essere avanzate.
INCHIESTA AUTOSTRADE – Aspi, società di gestione della rete sotto accusa, secondo la Procura di Genova, “non ha organizzato i cantieri con la volontà di interrompere il servizio autostradale”. Vanno così archiviati gli esposti di Toti e delle pubbliche assistenze. Orbene, appare perlomeno degno di approfondimento il fatto che, seppure non ci sia dolo (cioè Aspi “non lo abbia fatto apposta”), non possa invece esserci colpa, cioè Aspi non possa comunque essere ritenuta responsabile dei gravi disagi subiti da un’intera regione.
INCHIESTA SANITÀ – La Guardia di Finanza ha acquisito tutti i verbali e i piani di emergenza redatti da Alisa, l’Agenzia ligure per la sanità, per fronteggiare la prevista (termine ovviamente importante per inquadrare l’intera vicenda) seconda ondata di Covid, predisponendo tutto quanto necessario per affrontarla. Siamo di fronte a un’inchiesta che appare assai complessa, anche perché se fosse inadempiente la Liguria (e andrebbe giustamente perseguita) lo sarebbero più o meno tutte le regioni italiane.
Due inchieste da seguire con attenzione.