Pandemia economica

Dpcm: limitazioni a bar e ristoranti. Confagricoltura: “Danneggiato anche l’agroalimentare”

"I ristori annunciati dal Governo devono essere estesi anche a questo settore"

Confagricoltura Luca De Michelis

Liguria. “La priorità assoluta è la salute pubblica ma, a seguire, è necessario tener conto delle conseguenze economiche delle nuove e necessarie misure assunte dal Governo per frenare la diffusione dei contagi”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione al nuovo dpcm.

Il settore della ristorazione, infatti, è tra quelli presi in considerazione dai provvedimenti del Governo, con ulteriori limitazioni dell’attività che avranno impatto anche sui settori collegati al canale ‘Ho.Re.Ca.’, in primo luogo quello agroalimentare.

“Questo canale di vendita – precisa Luca De Michelis, presidente ligure di Confagricoltura – vale in Italia 85 miliardi di euro all’anno di cui il solo vino rappresenta ben 6 miliardi. Ismea ha già identificato la perdita, tra primo lockdown e conseguente crisi economica, con un valore complessivo di 34 miliardi”.

“Stiamo parlando di un’intera filiera, quella della ristorazione, dell’agroalimentare e della ricettività (agriturismo, bar, enoteche, ristoranti e catering) che rischia, solo in Liguria, di perdere oltre 100 milioni al mese del miliardo di euro complessivo calcolato da molti analisti come perdita della filiera al mese nel nostro Paese”.

“Un comparto che in Italia – precisa De Michelis – investe oltre 90.000 aziende agroalimentari ed un milione di imprese agricole per oltre 4 milioni di occupati, al ‘servizio’ di 350.000 strutture tra bar, enoteche e ristoranti. I ristori adeguati e tempestivi annunciati dal Governo devono essere estesi alla filiera agroalimentare. Qualsiasi esclusione sarebbe incomprensibile ed ingiustificata”.

“Saremo attenti a verificare le ‘promesse’ del Governo che per bocca del suo Premier ha dichiarato domenica che entro oggi dovrebbe essere varato il decreto ‘ristoro’, da cui ci aspettiamo di vedere nero su bianco gli importi di tali indennizzi, ed entro la metà di novembre le aziende ‘danneggiate’ da queste chiusure dovrebbero ricevere i ristori governativi”.

“Di certo Confagricoltura Liguria ritiene che la posizione sul dpcm condivisa dalle Regioni, e quasi totalmente inascoltata dal Governo, rappresenterebbe una più giusta maniera di affrontare la ‘pandemia’ economica che corre di pari passo con quella sanitaria. È il momento dei fatti, non delle parole. Questo lo chiede l’intero Paese” conclude il presidente di Confagricoltura Liguria.

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