Carenze

Covid, i medici savonesi: “Sempre in prima linea, ma servono mezzi adeguati”

Sanità territoriale decisiva per evitare il collasso degli ospedali

salute medico medicina

Provincia. “La pandemia Covid 19 ha messo in evidenza croniche carenze nella gestione della domanda sanitaria del nostro paese ma, contestualmente, ha indicato la giusta strada per correggere e rendere più’ efficiente il sistema”.

Ad affermarlo, Edmondo Bosco, vicepresidente dell’Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri di Savona, che ha analizzato la situazione della nostra Provincia in relazione all’emergenza Covid: “Grazie agli insegnamenti della attuale criticità è ormai evidente che un sistema sanitario in grado di opporsi adeguatamente ai problemi che insorgono con una pandemia debba avere due pilastri ben definiti ma sinergici tra loro: il territorio e le strutture ospedaliere”.

“Ed è sul territorio che si devono intercettare i primi bisogni delle persone ed anticipare, se non prevenire, l’ondata di possibili contagi: in questo modo si preserva l’ospedale da un afflusso incontrollato di casi e lo si utilizza come struttura di secondo livello per risolvere problematiche cliniche più complesse”. 

“E’ quindi necessario che il territorio soprattutto nella componente della medicina generale, da sempre in prima linea, sia preparato professionalmente e soprattutto organizzativamente, – ha precisato. – L’Ordine dei Medici vuole testimoniare che in questi mesi di pandemia i medici del territorio, sia operanti singolarmente che in medicine di associazione, sono sempre stati presenti e, pur con i ridotti mezzi disponibili, hanno fatto più del loro dovere nei confronti di una modificata richiesta di salute da parte dei cittadini”. 

“Presenza attiva e continua negli ambulatori, esistenza ed efficienza di numerose medicine di gruppo e dei Centri Salute, gestione clinica del paziente, partecipazione ai GSAT, disponibilità’ alle campagne vaccinali ed ora allo svolgimento di tamponi rapidi, nuove possibilità’ di telemedicna. Nessuno si è nascosto e tanti hanno richiesto solamente opportunità e mezzi per potere operare di più, meglio ed in sicurezza. E non sempre le risposte ottenute sono state soddisfacenti”. 

“Organizzazione vuol dire mettere in campo le strutture, sia come ambulatori del singolo medico di famiglia che come medicine di associazione, indicate a livello nazionale come il futuro della medicina generale. E tutti, a cominciare dal medico singolo dovrebbero essere in grado di avere il supporto di segretaria ed infermiera, cosa già presente nelle medicine di gruppo che hanno la potenzialità’ e le caratteristiche più adatte ad intervenire ed a incidere in maniera significativa”, ha proseguito ancora. 

“Strutture evolute, come i Centri Salute della nostra provincia , hanno le prerogative necessarie: apertura 12 ore al giorno per 7 giorni su 7, presenza di un numero di medici in grado di soddisfare multiple esigenze sia in ordine di tempo che di spazio, personale infermieristico specializzato sulla medicina di territorio, un apparato di segreteria in grado di intercettare la domanda di un numero consistente di persone . Il tutto in collaborazione con i medici di famiglia che operano ancora singolarmente e con i reparti ospedalieri e le strutture di Igiene pubblica: con una forza così’ dispiegata l’impatto con la pandemia è sicuramente più leggero”, ha concluso Bosco.

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