Savona. Se Giovanni Toti è stato netto e deciso, etichettando le parole di Angelo Vaccarezza (leggi qui) come “ingenerose e intempestive”, non è stato certo da meno il senatore savonese della Lega Paolo Ripamonti, che ha mal digerito le parole del capogruppo di “Cambiamo” e in particolare le critiche, velate e non, rivolte all’operato dell’assessore alla Sanità, del Carroccio, Sonia Viale.
“Sinceramente da un consigliere di maggioranza uscente non mi sarei mai aspettato una critica di questo genere al lavoro svolto dall’assessore (e quindi, più in generale, dalla Regione) in tema di Sanità. E non mi aspettavo che cominciasse a parlare di poltrone ancora prima della fine delle elezioni e della eventuale vittoria. E’ un atteggiamento a dir poco incomprensibile”, ha tuonato Ripamonti senza usare giri di parole.
E il senatore leghista ha anche ringraziato Toti per aver “fatto rientrare nei ranghi” Vaccarezza attraverso una nota ufficiale (leggi qui): “Durante la campagna elettorale è facile perdere il senso dell’equilibrio. Ringrazio il presidente Toti che con il suo intervento ha sicuramente riportato al buonsenso il suo candidato capolista a Savona. Come ha ben sottolineato il presidente Toti, in questo momento così delicato per gli operatori sanitari e medici, non è opportuno trasformare il tema della sanità in terreno di scontro politico”.
Ma Ripamonti non si è limitato a questo ed è partito al contrattacco su altri due temi importanti a livello regionale, il settore balneare e la caccia: “Nel corso degli anni Vaccarezza si è dichiarato ‘amico del balneari’ e pronto a lottare per loro: peccato che poi la soluzione ai problemi della categoria sia arrivata grazie alla legge 145/2019, detta ‘Legge Centinaio’; ha fatto annunci in favore dei cacciatori, ma misure concrete a sostegno della Caccia sono giunte su proposta del senatore della Lega Francesco Bruzzone. Ora vuole dire la sua anche sul modo in cui la Sanità è stata gestita negli ultimi cinque anni. Vaccarezza dimentica che l’unico candidato consigliere regionale a lavorare da anni nel settore sanitario in qualità di medico (meglio: di primario ospedaliero) è della Lega. La sua uscita, dunque, è del tutto fuori luogo anche dal punto di vista delle competenze personali”, ha dichiarato Ripamonti.
Insomma, in questo caso almeno, “chi di sanità ferisce, di balneari e caccia (e non solo) perisce”, il riassunto in chiave goliardica. Ma non è finita qui: “I sondaggi danno la vittoria della coalizione di centrodestra quasi per scontata, ma ciò non significa che sia certa al cento per cento, – ha aggiunto il senatore leghista. – Dunque bisogna continuare a lavorare a testa bassa, evitando di rivendicare poltrone ancora prima della vittoria. Della distribuzione delle deleghe se ne occuperanno eventualmente Giovanni Toti ed Edoardo Rixi”.
“Uscite come questa non fanno altro che favorire inutili spaccature all’interno della stessa coalizione. E questo non è il momento. Non ci sono Regioni forti senza partiti nazionali forti, esattamente come è la Lega. Che esisteva, esiste ed esisterà anche in futuro. Quando la Liguria ha avuto bisogno, la Lega a Roma si è sempre data da fare: con Edoardo Rixi quando bisognava far partire i lavori per il nuovo ponte di Genova, con Paolo Ripamonti quando era necessario implementare i fondi (12 mln di euro appena approvati) per l’area di crisi complessa, con Gian Marco Centinaio quando occorreva risolvere i problemi dei balneari”, ha proseguito ancora il rappresentante della Lega.
E alla fine è arrivata l’ideale “stretta di mano”, seppur con un invito piuttosto esplicito: “Angelo Vaccarezza è un uomo del territorio come me e perciò gli faccio questo invito: se al termine delle consultazioni sarai confermato consigliere regionale, allora ci siederemo intorno ad un tavolo insieme a tutti gli altri consiglieri regionali della Lega eletti nella nostra provincia e troveremo una sintesi del lavoro che sarà necessario fare nei prossimi cinque anni. Ma per ora evitiamo fughe in avanti come questa”, ha concluso Ripamonti.
Ora testa alle elezioni, la sostanza del discorso, e per polemiche e divisioni dei ruoli ci sarà eventualmente tempo dopo.