Una disputa ventennale

Rimini, giù le mani dal nome Riviera: una storia nostra fin dal 1800

La provocazione che fu lanciata da Carlo Scrivano merita motivi di riflessione ancora oggi

italian riviera

Liguria. Italian Riviera: è quella ed è una sola. Il nome nacque alla fine dell’800, con i grand tours degli inglesi in nave verso di noi e marca il territorio che va dalla Costa Azzurra alle Cinque Terre intese come le definiamo oggi. Tutti gli inglesi, e attraverso loro tutto il mondo, identificavano così questo lembo di Europa del Sud.

“Riviera” è dunque storicamente un nome proprio, pur con tutte le sue declinazioni e interpretazioni. Un nome da rivendicare e soprattutto rilanciare.

Ripercorriamo questa storia affascinante, specialmente pensando a come sfruttarla oggi e in futuro, grazie all’aiuto di Carlo Scrivano, direttore dell’Upa, l’Unione Provinciale Albergatori, profondo conoscitore delle dinamiche del turismo.

Spiega Scrivano: “L’origine del nome Italian Riviera è persino documentata al Museo Risorgimentale di Torino. Poi ne hanno abusato tutti, e purtroppo anche noi liguri, dividendo questo territorio in mille frazioni, come Riviera delle Palme o dei Fiori”.

Inevitabile che lo abbiano fatto tanti altri, come i territori sui laghi e quelli sull’Adriatico. a cominciare dall’eterna rivale Rimini.

Così attorno al 2005, quand’era assessore provinciale, Scrivano penso’ di cavalcare l’onda. Un po’ per provocazione, un po’ per effetto mediatico, un po’ perché in fondo ci credeva e gli giravano le scatole nel sentire il termine Riviera utilizzato dovunque. “Se qualcuno parla di Riviera senza nessun’altra specificazione, non può farlo. Si può dire “venite sulla Riviera di Rimini”, non si può dire “venite da noi in Riviera”.

Ma tutto questo ha senso ancora oggi? Risponde e conclude Scrivano: “No se pensiamo a guerre di campanile, certamente sì se vogliamo rilanciare il nostro brand, un brand mondiale, il brand Italian Riviera, un patrimonio che pochi possono vantare”.

Basti pensare alla nostra provincia, con tutte le sue risorse (citiamo solo per fare qualche esempio l’outdoor nel Finalese o la movida nell’Alassino, quando mai potrà riprendere).

Senza parlare di Savona capoluogo, che dimentica di promuovere le spiagge e la Darsena e rinsecchisce tristemente nei cosiddetti Giovedì in musica, un’iniziativa contestata persino dagli esercenti a cui era indirizzata.

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