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La giornata elettorale: Sansa all’Alpesisa, Distilo su Meloni, Chiappori propone di rendere pubblici gli investitori

Ecco gli interventi di oggi in vista del voto

elezioni regionali

Savona. Di seguito i comunicati stampa di oggi, sabato 5 settembre 2020, relativi alle prossime elezioni regionali in Liguria.

DISTILO: “Meloni a Savona occasione unica”

“Ieri al Priamar di Savona ho avuto l’occasione di conoscere Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia con il quale sono candidato consigliere regionale per la Provincia di Savona. Nel discorso di Giorgia ho trovato affinità grandissime sugli argomenti che a me da sempre stanno cuore ovvero il lavoro, le infrastrutture e lo sviluppo turistico”. A dirlo è Diego Distilo. “Credo davvero che se tutti insieme vogliamo cambiare le cose dobbiamo unirci e combattere per i valori sociali in cui crediamo. La notizia più grande è stata la conferma che in provincia di Savona verrà eletto almeno un consigliere regionale di Fratelli d’Italia ed è per questo che continuerò fino alla fine a parlare con le persone comuni cercando di spiegare il perché mi sono candidato e sopratutto che posso essere il vero rappresentante del popolo nel consiglio regionale. Datemi fiducia: io rimarrò come sono così come faccio da quando faccio politica”.

FORNARO: “In Liguria partita non è chiusa, decideranno gli astensionisti intermittenti”

“La partita delle regionali in Liguria non è chiusa: a decidere saranno gli astensionisti intermittenti, gli elettori che decidono di volta in volta se andare a votare e a chi dare il proprio consenso”. Lo ha detto il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, intervenendo a Savona in una iniziativa della lista unitaria PD-Articolo 1. “I sondaggi fotografano i consensi di quelli che hanno già deciso di andare a votare, mentre l’area degli indecisi è ancora molto alta. Nel 2015 in Liguria l’affluenza fu di poco superiore al 50%. L’alleanza unitaria a sostegno di Sansa è quindi pienamente ancora in corsa per la vittoria finale alle elezioni del 20 e 21 settembre e saranno decisivi i prossimi quindici giorni di campagna elettorale”.

CHIAPPORI: “I candidati dicano prima del voto chi li finanzia”

“Grande Liguria ha iniziato e sta proseguendo una campagna elettorale interamente auto finanziata, al 100%. È importante che i candidati dichiarino prima del voto, e non dopo, chi finanzia la loro campagna elettorale: dimmi chi ti finanzia e ti dirò chi sei”. A dirlo è Giacomo Chiappori, candidato alla presidenza della Regione Liguria per “Grande Liguria”.

“Gli elettori devono sapere che: i concessionari delle autostrade come Gavio non hanno contribuito neppure per 1 centesimo alla campagna di Grande Liguria; i concessionari del Porto e le famiglie del settore marittimo non hanno dato 1 centesimo a Grande Liguria; i costruttori del gruppo Pessina non hanno dato 1 centesimo a Grande Liguria; la famiglia di imprenditori marittimi Schenone non ha contribuito alla campagna di Grande Liguria; il sig. Giovanni Calabro’ non ha dato 1 centesimo a Grande Liguria. Conclusione: Grande Liguria sarà libera in consiglio regionale di fare gli interessi dei liguri senza guardare in faccia nessuno. Gli altri candidati sono invitati a dire pubblicamente come finanziano la loro campagna elettorale. Su questo tema non gli daremo tregua tutti i giorni”.

SANSA DALL’ALPESISA: “Senza i giovani la Liguria muore”

Un centinaio di persone, in buona parte giovani, hanno trascorso la giornata in cammino sui monti genovesi insieme al candidato presidente della Regione Liguria Ferruccio Sansa. Un modo originale per scambiarsi le idee su un tema cruciale della campagna elettorale: come invertire la tendenza del crollo demografico della Liguria, una regione che ha perso 48 mila residenti negli ultimi 7 anni e ne perderà 186 mila nei prossimi 15, secondo le proiezioni.

“Quello di oggi – ha commentato Sansa dall’Alpesisa, il monte alto 989 metri al culmine della camminata – era uno degli appuntamenti più importanti della campagna elettorale. Il nostro impegno da ora in avanti sarà quello di fare della Liguria una regione per giovani. Oggi è la regione più anziana d’Italia e quindi d’Europa e forse del mondo. Senza i giovani siamo destinati a non sopravvivere. E’ una questione scientifica, guardiamo i dati sulla natalità. Senza i giovani, i loro studi, le loro idee, il loro dinamismo, il loro coraggio, persino le loro tasse, la Liguria non può andare avanti. Dobbiamo puntare tutto su di loro, dobbiamo tenere qui i nostri giovani e attirarne altri da altre regioni. Dobbiamo fare in modo che vengano qui, si incontrino, scambino le loro idee e le possano realizzare in Liguria. lo dobbiamo fare anche per le persone che giovani non sono, perché hanno bisogno di un aiuto e di una prospettiva. Senza i giovani muoiono i servizi, come dimostrano purtroppo tante esperienze, sia nei paesi sia ad esempio nel centro storico di Genova, dove sono stato ieri l’altro. E di questo soffrono soprattutto gli anziani. Siamo venuti qui a quasi mille metri per parlarne con tanti ragazzi e prenderci tutti insieme questo impegno. Ci vorrà un po’ di fatica, come quella che abbiamo fatto per salire fin quassù, ma farla insieme sarà piacevole”.

Giacomo D’Alessandro, uno dei giovani presenti e candidato della Lista Sansa, ha osservato: “In tutta Europa si sta affermando questo modo di conoscere e riflettere, spesso più efficace di convegni che richiamano tante persone e di cui poi ci si dimentica presto: camminare a passo lento e lentamente conoscere persone, instaurare relazioni, scambiarsi progetti. Il fatto che Sansa abbia deciso, nel pieno della campagna elettorale e con l’agenda densa di appuntamenti, di dedicare una giornata a questo modo di incontrarsi, segna una differenza. Piaccia o non piaccia una differenza grossa del modo di approcciare questo territorio. Una differenza che ha a che fare con la qualità, non con la quantità. Questa qualità può lentamente permeare tutta la Liguria”.

SALVATORE (ILBUONSENSO): “Autostrade, Governo paga Aspi per il suo cattivo lavoro”

“Ancora danni per la nostra Liguria a causa di Autostrade: inizieranno pochi giorni prima del Salone Nautico di Genova, unico europeo a non essere stato rimandato, i lavori ordinati dal Mit ad Aspi di rimontaggio delle onduline. Il risultato? Code infinite, traffico intenso e corsie uniche che metteranno in croce cittadini, turisti e appassionati di nautica che tenteranno di raggiungere il salone. Ennesimo disagio a causa della scarsa organizzazione di una società che non ne fa una buona”. Lo sostiene Alice Salvatore, candidata alla presidenza della Regione Liguria per “IlBuonsenso”.

“Si parlava tanto di revoca delle concessioni autostradali: i Benetton andavano cacciati senza se e senza ma, affrontando le conseguenze e cercando di vincere tutte le battaglie correlate. Certo, vi era la possibilità avrebbero potuto rivendicare il pagamento della penale che ricordiamo, dopo l’ultimo emendamento fatto a gennaio ammonta a circa sette miliardi, ma è pur vero che avrebbero pure potuto perdere contro il Governo.

Bisogna tenere conto del fatto che la Corte Costituzionale ha già dato torto ai Benetton in merito al loro ricorso contro il decreto Genova. Non capiamo quindi con quale faccia il Governo proceda con l’acquisizione di parte della società, quotata in borsa per un valore di 11 miliardi di cui due versati da Cassa Depositi e Prestiti direttamente nelle casse dei Benetton e di Aspi.

Ma non è finita qui: il Governo si addossa anche i debiti di Autostrade, che al momento si aggirano intorno ai 4 miliardi di euro e si accolla anche tutta la stagione di manutenzione e messa in sicurezza della rete autostradale. Si parla di circa 14 miliardi di euro. Di cosa stiamo parlando? I Benetton non sono stati in questo modo puniti per le loro mancanze, non sono stati allontanati e vedono addirittura ingrossarsi le proprie tasche quando non era detto che avrebbero potuto metter le mani sulla penale

La teoria per la revoca era quella del mancato adempimento dei doveri da parte del concessionario: ed è sotto gli occhi di tutti tale mancanza in merito alla sicurezza della rete autostradale dopo il crollo del ponte Morandi. Lo Stato ad Aspi non doveva pagare nulla. Invece a causa della pessima trattativa condotta dal Governo con i Benetton, che viene fatta passare per positiva, lo Stato dovrà sicuramente sborsare denaro a Società Autostrade”.

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