Savona. Locali chiusi dopo l’una di notte a Savona anche per tutto agosto. Lo ha deciso ieri il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio. L’ordinanza era entrata in vigore nella notte a cavallo tra il 29 e il 30 maggio: un “coprifuoco” deciso all’inizio della Fase 2, dopo le polemiche sulla movida in Darsena. E ora il primo cittadino ha deciso di prorogarla almeno per tutto agosto, recependo quanto già fatto da Governo (con la proroga dello stato di emergenza) e Regione (con la proroga dell’ordinanza sulle misure anticontagio).
“Si ordina la cessazione, dall’una di notte alle 6, dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande da parte dei pubblici esercizi su tutto il territorio comunale”, recita il documento.
Inevitabili le polemiche sui social network, dove è sbucato anche un “meme” che raffigura due birre: una, da bere all’una di notte, perfettamente “safe”, l’altra da bere all’1.01 che comporta il pericolo di morire per il Covid-19.
E contro la decisione del Comune si sono scagliati diversi gestori di locali. Particolarmente duro Paolo Baccino, il titolare del cocktail bar The Balance: “Chiusura all’1.00 obbligatoria prorogata per tutto il mese di agosto nel Comune di Savona. Veniamo a saperlo tramite i social media 9 ore prima della scadenza dell’ordinanza precedente. Tutto ciò non ha un senso. Il medioevo è finito. Il feudatario deve cadere. Basta! Noi ci siamo stufati. Siamo stati ai patti e alle regole e questo è il ringraziamento? Senza nemmeno chiedere un incontro con gli interessati. Lo chiederemo noi di urgenza insieme con le associazioni di categoria e altre figure che possano tutelarci”.
“Tutto ciò – ricorda – mentre i comuni limitrofi non hanno limitazioni di orario, e se le hanno non sono così restrittive. Questo è semplicemente un invito ad andarsene da qui… Cosa facciamo… abbiamo persone che arrivano tranquille a mezzanotte dopo aver cenato e alle 00.30 facciamo un bel last call? Gli spingiamo con un imbuto la roba giù per l’esofago tipo oche del fois gras? Non sapete proprio che pesci pigliare e ci tirate in ballo, come al solito… Noi non siamo la ‘movida’ (termine di cui ormai si abusa…), siamo aziende sane che hanno dipendenti e pagano le tasse, anche quelle locali. Ricordatevelo. Decisione iniqua e mortificante. Non siamo burattini”.
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