Valbormida. Gianfranco Bosetti, vice sindaco e suocero dell’ormai ex consigliere Paolo Ardenti, Claudia Olivieri, assessore, e Lorenza Rinaldi, consigliere di maggioranza. Sono questi i tre esponenti dell’amministrazione comunale di Cengio, in quota Lega, che hanno deciso di restituire la tessera di militante e di sostenitore e quindi di abbandonare il Carroccio in segno di protesta per l’esclusione dello stesso Ardenti e di qualsiasi altro candidato valbormidese dalla corsa alle elezioni regionali.
E’ dunque diventata anche “un affare di famiglia” la mancata riconferma dell’ex consigliere regionale Ardenti tra i possibili consiglieri regionali della prossima legislatura. La Lega, infatti, ha preferito presentare agli elettori il quintetto di candidati composto da Stefano Mai, Brunello Brunetto, Roberto Sasso Del Verme, Mara Maione e Maria Zunato. Ardenti, invece, è rimasto fermo ai box, lasciando così la valle senza un suo candidato.
Già nei giorni scorsi Marco Dogliotti, capogruppo di maggioranza in Comune a Cairo Montenotte, aveva avviato una protesta del genere. Ora le sue rimostranze sono state riprese e fatte proprie anche dai tre amministratori di Cengio.
“Riteniamo che la strategia vincente di un partito che vuole degnamente rappresentare il proprio elettorato dovrebbe essere quella di ascoltare il territorio e non di parlare di ‘strategie complesse’ per formare le liste, in quanto le liste regionali non sono le liste di un ‘comunello della Vallebormida’, termine che non siamo riusciti a leggere in senso positivo, ma cosa ancor peggiore perché tali parole escono dalla bocca di un parlamentare eletto in un collegio formato da 149 comuni in massima parte proprio ‘piccoli comuni’ (questo è il temine che forse sarebbe stato più opportuno utilizzare)”.
“Credevamo che la Lega volesse raccogliere il sentimento della nostra Valbormida, che nella passata tornata amministrativa ha saputo esprimere così tante amministrazioni di centro destra con una fortissima rappresentanza di tesserati e simpatizzanti leghisti, ma ci sbagliavamo. In due anni di lavoro nel comune dove siamo uno vice sindaco, e l’altra assessore abbiamo sempre solo sentito una ‘voce’ vicina, quella di Paolo Ardenti, mentre altri lavoravano più per dividere che per unire.
In questi giorni abbiamo ascoltato molte ‘voci’ che hanno parlato e spesso criticato le scelte fatte dalla Lega per la Valbormida, ma nessuna dei vertici leghisti che abbia seriamente motivato queste scelte se non ‘le strategie complesse’”.
“Per questi (in primis l’esclusione di Ardenti e di qualsiasi altro candidato valbormidese) ma anche per altri motivi che vogliamo tenere per noi in quanto li riteniamo troppo personali per renderli pubblici restituiremo le tessere sia di militante che di sostenitore, non ne sottoscrivermo altra di diversa formazione politica ma ci sentiremo liberi di votare e sostenere, sicuramente, un candidato della coalizione del centro destra ma non i candidati della Lega di Savona”.