Per un pensiero altro

Meglio un giorno da leoni?

"Per un Pensiero Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

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“I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte, ma l’uomo di coraggio non assapora la morte che una volta” scrive William Shakespeare nel Giulio Cesare e Paolo Borsellino parafrasa in “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. L’espressione di Borsellino è stata ripresa da Matteo Salvini nel suo recente discorso al Senato mentre si apprestava a ricevere la sentenza di rinvio a processo da parte dello stesso. Evidentemente diversi livelli di pericolo ed altrettanta differenza nel coraggio necessario per affrontarlo.

Mi guardo bene dall’entrare nella polemica politica, ciò che mi interessa è di riflettere sull’idea di coraggio e sulla valenza etica ed antropologica dello stesso. Prima di intraprendere il nostro percorso in un “pensiero altro” vorrei aggiungere un’ulteriore citazione da un testo teatrale, si tratta di “Vita di Galileo” di Bertold Brecht che fa pronunciare ad Andrea, l’apprendista di Galileo dell’opera, una frase estremamente severa rivolta al maestro in seguito alla sua abiura mentre il giovane lo attendeva all’uscita dai locali nei quali l’Inquisizione più o meno Santa lo stava processando. Così sentenzia il giovane: “Sfortunata la terra che non ha eroi”. La replica malinconica e profonda del filosofo scienziato pensata dal Brecht è: “No, sfortunata la terra che ha bisogno di eroi”.

Il tema si presenta con toni forse un po’ troppo angoscianti, mi piace, allora, citare un grande artista troppo presto scomparso, il grande Massimo Troisi che, nella sua opera prima in ambito cinematografico, “Ricomincio da tre” in una breve e geniale sequenza conversando con una graziosa fanciulla che lo interrogava intorno alla sua capacità di sopportare una tortura piuttosto che piegarsi alla volontà degli aguzzini risponde così: “Cioè a me non c’era nemmeno bisogno ‘e me torturà. A me bastava ca dicevano sulamente: Guarda che se non parli forse ti torturiamo, immediatamente parlavo, scrivevo, si nun capivano facevo ‘nu disegno! “. Credo non sia necessaria alcuna traduzione del suo personalissimo vernacolo. Prosegue poi con una sottile riflessione sul celeberrimo tradimento di Giuda nei confronti di Cristo affermando che se Giuda fosse stato ricco non sarebbe stato indotto in tentazione dai trenta denari. Inevitabilmente mi torna alla memoria lo splendido “Vangelo secondo Giuda” di Saramago ma è tempo di tornare al tema del coraggio.

Intanto ribadiamo che essere coraggiosi non significa, ovviamente, non avere paura, ma saperla affrontare e vincere, e poi domandiamoci perché sia così necessario avere coraggio. Per tornare a Paolo Borsellino, è evidente che abbia avuto coraggio così come che abbia avuto paura per la propria vita, per quella dei suoi cari e per quella dei militari della scorta, ora è un eroe, un simbolo, un’idea, ma che mondo è mai quello in cui è necessario che qualcuno soffra o addirittura muoia perché tutti si accorgano del suo valore, del fatto che la sua idea era e rimane pulita, onesta, da imitare? Sfortunata la terra che ha bisogno di eroi, afferma giustamente Galileo! Che senso ha censurare e punire un’idea? Perché qualcuno deve morire per la semplice ragione che osserva la realtà da un altro punto di vista? Quanti Giordano Bruno dovranno sacrificarsi per la libertà? Avrebbe dovuto comportarsi allo stesso modo Galileo o è stato più saggio ed utile abiurare, e non solo e non tanto per la sua sopravvivenza quanto per la ricerca? Se parli con chi non vuole ascoltarti e cercare di capire ma solo giudicare, quale valore morale riveste il tuo interlocutore? Non sei forse più che giustificato addirittura moralmente tenuto a mentirgli magari blandendolo, la sua supponenza, penso all’Inquisizione, adora sentirsi dare ragione, ama chi sembra sottomettersi, poco capisce dei massimi sistemi, si accontenta di confermare il proprio squallido e meschino potere.

Il problema è, a mio modo di vedere, quanta forza vitale abita chi si trova nella situazione di Galileo o di Borsellino, quale e quanto coraggio è richiesto all’uno e all’altro. Certo, chi non si piega e viene spezzato è immagine di coraggio, chi finge di piegarsi poiché ha compreso l’ottusità del mondo viene spesso giudicato un opportunista. Anch’io, come tutti, non posso che ringraziare e celebrare il coraggio dell’eroe, ma comprendo anche quale e quanta fatica ha dovuto sopportare chi ha umiliato il proprio orgoglio in nome di qualcosa di più alto, la sopravvivenza della propria idea. Ritengo che entrambe siano forme di coraggio e non mi omologo allo slogan “Meglio un giorno da leoni che cento anni da pecora” perché la scelta di Galileo non lo ha reso una pecora ed ha consentito a noi di accedere alla sua scienza e, a chi ha il coraggio e l’intelligenza di vederlo, di comprendere la bassezza morale di chi ha bisogno sempre di giudicare, convinto delle sue verità assolute, incapace di mettersi in discussione, di accettare che qualcuno di speciale abbia visto ciò che tu, “borghese piccolo piccolo” non riuscirai mai a comprendere. Purtroppo nel caso di Paolo Borsellino il Giano bifronte del potere lo aveva condannato a morte e, probabilmente, il magistrato ne era profondamente consapevole, la situazione di Galileo, al contrario, consentiva una alternativa.

La satira di Troisi denuncia un ulteriore aspetto, a mio modo di vedere: perché qualcuno deve avere la possibilità di minacciare e prevaricare un altro essere umano? Se queste sono le regole del gioco allora non voglio giocare o, come nel caso di Galileo, ti dico ciò che vuoi sentirti dire, consapevole del fatto che tu rimarresti in ogni caso convinto, in buona fede o meno in fondo poco importa, della staticità della terra ed io mi allontanerò dalla tua stupidità sussurrando “eppur si muove”.

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì.
Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista? Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero.
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