Conflitti di competenza

Ferragosto, i problemi sono arrivati prima del previsto. Il Covid non da’ tregua: discoteche nel mirino

Il governo vuole chiuderle nei prossimi giorni, ma potrebbe non essere la soluzione migliore 

Le discoteche ripartono: l'inaugurazione de La Suerte

Savona. È Ferragosto, ma si presenta più problematico di quanto avessimo sperato. Avevamo parlato di una ‘bolla’ che ci facesse arrivare senza pensieri non tanto lontano, ma almeno a domenica 23, ben consci che dopo sarebbero arrivati i problemi.

Non ce l’abbiamo fatta, ovviamente per colpa del maledetto Covid che preoccupa sempre di più, anche dalle nostre parti. 

Ognuno dice la sua, ma il dibattito si è accanito sul destino delle discoteche, luogo facilmente individuabile come pericoloso per i contagi e magari anche un po’ peccaminoso. 

Certamente la vita in discoteca non è il massimo per praticare il distanziamento fisico. Restiamo però dell’idea che locali all’aperto, ben gestiti e organizzati, siano sempre meglio che lasciare liberi tutti quei ragazzi di fare danni (più danni) altrove. 

Poi ci sono le eccezioni, beninteso, come quanto accaduto a La Kava di Bergeggi, chiusa d’autorità per una serie di inadempienze (leggi qui). 

Sul tema intrattenimento è intervenuto, in un’intervista pubblicata oggi da La Stampa, il numero uno Flavio Briatore. Ha detto in sostanza che le discoteche al chiuso sono defunte e non torneranno mai più e che questa brutta esperienza della pandemia ha costretto i bravi imprenditori ad aguzzare l’ingegno.

Lui al suo Billionaire di Porto Cervo non fa più discoteca ma dinner show: più comodo e redditizio con meno grane. 

Ha poi affermato che occorre riportare in Italia russi, americani e arabi (il suo business è quello) e che gli aiuti al turismo che si concretizzano con bonus e robe del genere non servono a nulla. “Piuttosto – ha concluso in sostanza – meglio aiutare le famiglie a fare la spesa al supermercato”. Perché fa affari con i ricchi ma non è uno sprovveduto.

Per le discoteche dal governo fanno sapere che si’, facciano pure Ferragosto ma poi vanno chiuse. Facile a dirsi ma non a farsi, con l’intreccio di competenze tra Stato, Regioni e Comuni. Soprattutto Regioni e in particolar modo dove si vota, come in Liguria. Vedremo già nei prossimi giorni come finirà l’ennesimo balletto all’italiana. 

Voltiamo pagina. Avevamo seguito con attenzione alcuni argomenti che neppure a Ferragosto vorremmo lasciare per strada.

La scuola. Ormai è chiaro che non tutti gli istituti, come facilmente prevedibile, avranno per tempo i famosi banchi con le ruote. Non è chiaro invece se le singole scuole dovranno prepararsi (manca solo un mese) a un doppio binario: qualche tempo con i banchi normali e poi – opla’ – cambiare tutto e adeguare le aule ai banchi con le ruote. Ci sembra francamente un percorso ardito.

L’Isola Gallinara. I giorni trascorrono implacabili ma – passata l’onda su cui gettarsi per finire sui giornali – nessuno ne parla più. “Il Centa mormorò, non passi lo straniero!”. Ma presto serviranno sull’unghia i soldi garantiti dal ministro Franceschini, come ha spiegato l’onorevole Vazio. 

Autostrade. Mentre a Genova c’è stata la cerimonia più commovente, quella con i familiari delle vittime, la situazione dell’esodo verso la Riviera non sembra presentare (per ora) particolari criticità. Incrociando le dita, perché basta poco per cambiare tutto da un momento all’altro. 

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