I cluster di savona

Covid, preoccupano primi freddi e riapertura delle scuole

Ancora insufficienti le conoscenze del virus, soprattutto in rapporto alla stagionalità

Scuole disinfettante Coronavirus

Savona. Purtroppo la settimana deve iniziare ancora una volta parlando della situazione dell’epidemia sanitaria anche in vista dell’ormai imminente riapertura delle scuole.

I cosiddetti (spesso sedicenti) esperti continuano a sfornare considerazioni spesso confuse e contraddittorie,  che ci lasciano nella convinzione che del virus si sappia ancora poco o nulla.

Formuliamo alcune osservazioni, ovviamente senza alcuna rilevanza scientifica.

1) Si ignora a che cosa siano dovute le minori conseguenze sulla salute delle persone infette, la cui età si è tra l’altro di molto abbassata. Speriamo non c’entri la stagionalità perché altrimenti vorrebbe dire che tra qualche settimana, con l’arrivo del primo freddo, saremo di fronte a una situazione molto difficile.

2) A Savona abbiamo pagato caro i casi dei cluster del sushi bar e della grigliata di Quiliano, che ha avuto effetti nefasti nonostante si fosse svolta ovviamente all’aperto, cosa che avrebbe comunque dovuto mitigare le conseguenze.

3) Stupiscono l’impreparazione e i ritardi ad accogliere e sottoporre a tampone le persone in arrivo da Paesi a rischio in molti porti (tra cui spicca quello di Genova) e aeroporti.

4) A proposito di tamponi, si scopre qua e là che spesso non sono attendibili, o per come sono eseguiti o perché l’esito è comunque inattendibile.

5)  La riapertura delle scuole potrebbe portare – questa è opinione comune – a un aumento dei contagi, per giunta in un ambito delicato e in cui è difficile operare. Ma è nel capitolo scuole che il nostro povero Paese da’ il peggio di sé: vedi ministra Azzolina e commissario Arcuri che se ne escono con una trovata nuova al giorno.

6)  Per fortuna le discoteche dalle nostre parti non hanno creato problemi: forse perché sono poche, forse perché la Costa Smeralda ha dimostrato che, chiusi i locali, le feste pericolose si sono trasferite nelle ville o sulle spiagge, certamente con meno controlli e meno garanzie.

6) Tanti spettacoli, iniziative e manifestazioni sono stati rimandati all’anno prossimo con un immotivato, anche se comprensibile, ottimismo. Nel senso che non sappiamo quale sarà la situazione pandemica durante la prossima stagione turistica.

7)  Non ci sono ancora certezze sul vaccino (al di là della corsa a fare annunci, come nel caso di Putin) e non sappiamo ne’ quando sarà prodotto ne’ quando sarà disponibile, anche se una fondata speranza fondata arriva ora dallo Spallanzani di Roma. È stato comunque detto che non potrà essere obbligatorio e dunque i tempi del ritorno alla ‘vera! normalità si allungheranno ulteriormente.

Insomma, meglio essere pronti ad affrontare una situazione difficile, soprattutto in una terra come la nostra che vive di turismo. Se le cose andranno meglio (e lo speriamo tutti), tanto di guadagnato.

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