Critica

Covid, Fials contro Regione: “Raccomandazione Alisa inefficace, necessari tamponi ogni 15 giorni”

"La prevenzione per essere seria non può essere facoltativa"

Manifestazione Fials

Liguria. Regione Liguria, ha predisposto l’iter, per limitare i contagi da covid – 19, a cui sottoporre i dipendenti del Sistema Sanitario Regionale: ai lavoratori che si assentano dal lavoro per almeno sette giorni per qualsiasi motivazione è “raccomandato sottoporsi a test molecolare” ma, ribatte Fials, “chi sta assente per un periodo inferiore non può entrare in contatto con soggetti infetti/asintomatici? Forse chi non sta assente per nulla non ha la stessa probabilità di contagio? E perché questa misura è volontaria? La prevenzione per essere seria non può essere facoltativa”.

“La ‘raccomandazione’ non è una norma e neppure una legge ma obbliga le Aziende a predisporre tutte le misure organizzative per garantire questo servizio ai lavoratori. I dipendenti non hanno nessun obbligo né legale né contrattuale di sottoporsi al test (che comunque noi consigliamo a tutti…), e chi non intendesse farlo deve firmare una dichiarazione di non adesione/rifiuto”, commenta Fials.

Fials critica il sistema di prevenzione in Liguria dall’inizio della pandemia per i lavoratori nel settore della sanità: “Non c’è bisogno di scomodare esperti, casistiche e precedenti per sapere che la “prevenzione” è sempre la migliore cura possibile e lo è a maggior ragione in questo caso impattando con patologie infettive e mortali. E’ un fatto che la gestione della “pandemia”, in Italia come a Genova, abbia trascurato pesantemente la necessaria prevenzione e protezione per i lavoratori della sanità e per le loro famiglie. Ci siamo ritrovati in balia dell’imprevidenza, senza DPI, con scarsa e insufficiente organizzazione in termini di posti letto e terapie intensive e con personale che mancava”.

Per migliorare la situazione hanno chiesto “tamponi preventivi per tutti senza ottenerli fino a maggio” quando “è cominciata una discutibile campagna sui “sierologici” che come è noto sono considerati inattendibili da tutte le più autorevoli fonti scientifiche”.

“La prevenzione fatta in Liguria non arriva al 10% del totale dei lavoratori (23.000) della sanità ligure. Dei quasi 10.000 operatori classificati ufficialmente “in prima fila” nei reparti e servizi domiciliari “covid” della Liguria non più di un migliaio – tra marzo aprile e maggio – è stato sottoposto a tampone preventivo”.

Non attribuiscono la responsabilità solo alla Regione ma anche al Governo che “ha coperto con il manto della “legalità” l’operato di regioni e aziende: le mascherine chirurgiche sono diventate DPI, i DPI “farlocchi” e perfino pericolosi sono stati autorizzati come validi, è stato ordinato ai lavoratori della sanità di rimanere al lavoro in ogni caso con diritto al “tampone” solo in presenza di “sintomi chiari”, sono stati approvati “protocolli operativi” più che discutibili (il cosiddetto “basso rischio”, la limitazione delle protezioni individuali, il mancato elevamento dei livelli di protezione ecc)”.

La richiesta di Fials è “un piano di prevenzione generale per tutti gli operatori della sanità pubblica, privata, cooperativa e delle ditte d’appalto che gravitano in sanità. Un tampone da ripetere con cadenza quindicinale così da fare, almeno oggi, quello che colpevolmente non si è fatto a marzo, aprile e maggio”.

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