Osiglia. “Dopo avere fatto domanda per i danni recati dagli ungulati mi vedo recapitare una lettera: quest’anno nessun rimborso, ma noi le tasse le paghiamo, senza contare le conseguenze del Covid che ci hanno bloccato anche nella difesa dei nostri boschi e dei nostri terreni. Nemmeno ci hanno contattati per darci del materiale e difenderci da cinghiali e altri animali selvatici che continuano ad imperversare nelle nostre coltivazioni da castagne e alberi da frutto, mettendo a rischio i raccolti e le nostre produzioni”.
Lo sfogo arriva ancora una volta dai coltivatori di Osiglia, che da tempo chiedono difese e interventi adeguati per le continue incursioni della fauna selvatica, dopo aver subito danni ingenti alle loro coltivazioni anche nel corso del 2020, in particolare nel periodo del lockdown.
“E’ chiaro che alle istituzioni non interessa il nostro sforzo per difendere il territorio, l’entroterra e le zone rurali, e poi si chiedono come mai vengono abbandonate… Ecco il perchè…” sottolinea Claudio Baruzzo, produttore diretto e coordinatore dei coltivatori della zona.
“Lavoriamo e operiamo per avere prodotti locali di eccellenza, ma senza alcun supporto. La voglia è davvero quella di abbandonare e poi vediamo come saranno i boschi e i terreni senza di noi… Tutto sarà distrutto da cinghiali o peggio ancora da incendi boschivi”.
“Il nostro grido di allarme, che riunisce diverse famiglie produttrici della zona, sembra non voler arrivare alla Regione Liguria. Siamo stanchi di dover protestare, auspichiamo risposte e fatti concreti” conclude.