Esplosione

Albisola, fatta brillare la bomba di aereo rinvenuta al largo di Capo Torre

Dai palombari del Gruppo Operativo Subacquei (Gos) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin)

Albisola Superiore. E’ stata fatta brillare dai palombari del Gruppo Operativo Subacquei (Gos) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il nucleo Sdai (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di La Spezia la bomba di aereo da 600 libbre risalente alla Seconda Guerra Mondiale rinvenuta sabato mattina poco al largo del litorale di Albisola, nella zona di Capo Torre.

Tale operazione ha permesso di neutralizzare la bomba grazie alla cornice di sicurezza assicurata dalla Guardia Costiera di Savona, comandata dal capitano di vascello Francesco Cimmino. L’intervento d’urgenza, disposto dalla prefettura di Savona a seguito della segnalazione da parte di un privato cittadino circa la presenza in mare di un oggetto riconducibile ad ordigno esplosivo, ha permesso di identificare e riconoscere una bomba di aereo inesplosa risalente alla seconda guerra mondiale. L’ordigno è stato rinvenuto alla profondità di 4 metri ed a una distanza dalla costa di circa 100 metri.

I palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin lo hanno rimosso dal fondo e trasportato nella zona di sicurezza, individuata dalla competente autorità marittima, dove hanno provveduto a neutralizzarlo attraverso le consolidate procedure in uso tese a preservare l’ecosistema marino.

L’attività di ripristino delle condizioni di sicurezza delle acque italiane, svolta dai palombari del Comsubin, ha permesso di rimuovere dal mare un pericoloso ordigno ad alto esplosivo, ripristinando così la navigazione e la balneazione in queste aree della Liguria.

Il brillamento della bomba di aereo rinvenuta a Capo Torre

Occorre ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei palombari al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare”.

Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.

Il brillamento della bomba di aereo rinvenuta a Capo Torre

Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.

Lo scorso anno i palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 72.000 ordigni esplosivi di origine bellica rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani.

Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità a mezzo Rov (veicoli filoguidati dalla superficie) oppure fino a 300 metri con intervento umano ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.

Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre forze armate e corpi armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni secondo le rispettive competenze.

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