Genova. La Fp Cgil ha organizzato due giorni di iniziative a livello nazionale il 23 e 24 luglio dedicata ai lavoratori pubblici e privati del sistema educativo da zero a 6 anni. In Liguria l’iniziativa “Non uno di meno” ha lo scopo di chiedere la ripartenza dell’anno scolastico in sicurezza per tutti i bambini e le bambine e dar voce a tutti gli educatori, insegnanti e il personale delle scuole che a sostegno di queste rivendicazioni sindacali ci “hanno messo la faccia”.
“La chiusura dei nidi e delle scuole dell’infanzia a seguito dell’epidemia Covid-19 è stata una misura necessaria per frenare la curva del contagio ma ha avuto risvolti problematici sul versante della continuità del progetto pedagogico, in particolare per i soggetti più deboli, per i quali si è aggravata la condizione di povertà educativa – dichiara il sindacato – La chiusura ha inoltre generato riduzioni di reddito e ricadute occupazionali sulle lavoratrici e i lavoratori dei settori privati della categoria impiegati in quei settori”.
“Oggi più di ieri è necessario che i servizi educativi siano una priorità della politica in termini progettuali e di investimenti – prosegue – Alla ripresa delle attività dovremo convivere con un virus di cui si sa pochissimo: gli effetti sui più piccoli sono ben poco conosciuti e questo impone la massima tutela nei loro confronti. Servono quindi procedure condivise con esperti e autorità sanitarie a livello nazionale, serve un protocollo nazionale”.
Per tutto ciò Fp Cgil Genova e Liguria chiedono:
· la ricognizione e messa a norma del fabbisogno immobiliare: la Regione deve coordinare e mettere a disposizione fondi aggiuntivi a quelli stanziati dal Governo per consentire la frequenza al maggior numero di alunni possibile, compatibilmente con i vincoli che saranno posti dal Governo;
· la ricostruzione della filiera del sistema 0/6: i Comuni devono assumere il personale necessario (anche di sostegno) per garantire un’offerta adeguata di posti alle bambine e ai bambini nel rispetto dei rapporti educativi, sia per il corretto svolgimento dell’orario scolastico che delle attività extrascolastiche;
· l’attuazione di procedure di sorveglianza sanitaria: è necessario garantire l’impiego dei medici scolastici, infermieri ed assistenti sanitari (anche sotto forma di gruppi di assistenza territoriale) almeno per tutto l’anno scolastico;
· la progettazione dei fondi dedicati: sostenere la didattica a vantaggio di bambine bambini a rischio esclusione e povertà educativa favorendo, in particolare, le opportunità per i nuclei familiari fragili.