Capolinea

Savona, il giorno più triste: la squadra non è stata iscritta alla Serie D

La storia dei biancoblù potrebbe essere giunta al capolinea. Oppure si ripartirà dal basso, con una nuova società

Calcio Savona Mantova
Foto d'archivio

Savona. Voci, ipotesi, fantasie, speranze. Negli ultimi mesi i sostenitori del Savona si sono aggrappati a tutto ciò che era possibile per allontanarlo. Ma oggi il giorno temuto è arrivato ed il timore più brutto è divenuto realtà. Una sciagura che si è concretizzata nella giornata odierna, termine stabilito per formalizzare l’iscrizione al campionato di Serie D. Il Savona non l’ha presentata; o meglio, l’ha presentata incompleta e verrà bocciata dalla Covisod.

Lo ha reso noto la società, con un comunicato ufficiale, diffuso giusto un’ora prima dell’orario di scadenza delle iscrizioni, a firma Carlo Sergi: “È con grandissimo dispiacere che informiamo tutti della oggettiva impossibilità a proseguire il cammino intrapreso. La decisione di non iscrivere la società al prossimo campionato è dolorosa, ma l’unica possibile. L’impegno di ciascuno è stato massimo nel tentativo di permettere un finale diverso e per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che con infinita dedizione e grande professionalità hanno dimostrato nel corso della stagione che si sta per chiudere, e in particolare in questi ultimi difficili mesi, un appassionato attaccamento ai colori, ai valori, alla storia di questa società. Ed è questa passione che rende la giornata di oggi incredibilmente triste“.

Dopo quattro anni consecutivi trascorsi in quarta serie, il Savona rinuncia a parteciparvi. Oggi la società è giunta al capolinea, ma il percorso che l’ha portata a questo epilogo è la conseguenza di ciò che è accaduto negli ultimi anni, in una serie di passi indietro sul fronte societario, fino a giungere a quello, clamoroso, avvenuto nel mese di novembre, con le dimissioni del presidente Patrassi. Dopodiché non c’è più stato modo di risollevare una situazione ormai irreversibilmente compromessa. Da mesi non c’era più una proprietà, non c’era più una vera dirigenza.

Dai fasti del passato, con la Serie B vissuta agli inizi degli anni Quaranta e riassaporata nel 1966/1967, al nefasto presente. Dal 1968 in poi, gli striscioni hanno quasi sempre giocato in Serie C (unica, oppure in C1 o in C2) o Serie D (o Interregionale, oppure Campionato Nazionale Dilettanti).

Solamente in tre stagioni erano precipitati più in basso. Nel 1988, quando reduce dal fallimento il Savona fu retrocesso in Promozione per motivi economici, ma vi rimase un solo anno facendo immediato ritorno in Interregionale dominando il campionato. E poi nel 1998, con la retrocessione in Eccellenza, nella quale restò due stagioni per poi tornare in Serie D.

In entrambi i casi, i biancoblù finirono in quello che era il sesto livello del calcio italiano. Ora, potrebbero cadere ancora più in basso.

A questo punto, le possibilità sono due. Una, è la definitiva scomparsa del Savona dal panorama calcistico. Ma appare già scongiurata perché, grazie ad un gruppo di ex dirigenti locale, parrebbe concretizzarsi la seconda possibilità: la ripartenza da una categoria più bassa.

Una nuova società, un nuovo nome, che probabilmente sarà Vecchia Savona. Un progetto che sta già prendendo forma, al punto che è già stato scelto l’allenatore. Senza grosse ambizioni, ma con l’intento di far sì che la maglia biancoblù non sparisca completamente dai campi di gioco e, soprattutto, per portare avanti l’attività del settore giovanile, un patrimonio da non disperdere, anche per la sua funzione sociale.

Da dove partirà la prima squadra, non è facile prevederlo. Molto difficilmente da un’Eccellenza già fin troppo affollata; forse dalla Promozione, al fianco di altre due realtà cittadine quali Legino e Veloce. Ancor più probabilmente dalla Prima Categoria, nella quale gli spazi non mancano. Nella peggiore delle ipotesi, proprio come l’Albissola lo scorso anno, dalla Seconda Categoria che, in provincia di Savona, è il livello di ingresso, quello più basso.

In sintesi, il Savona farà uno, due, tre o quattro passi indietro. Passi indietro necessari, per cancellare il fardello rappresentato da debiti ingenti e costanti, che hanno allontanato possibili finanziatori, così da poter ricostruire e programmare serenamente il futuro. In ogni caso, a livello agonistico, sarà il fondo toccato in 113 anni di storia. Ma non sarà più così a livello dirigenziale, dove il peggio si è visto, e si è riproposto, più volte negli ultimi decenni.

Alla luce delle mancate iscrizioni, si spalancano le porte della Serie D per il Vado.

A tal proposito, proviamo ad ipotizzare quello che potrebbe essere il prossimo girone A: Arconatese, Borgosesia, Bra, Casale, Castellanzese, Chieri, Derthona, Fossano, Gozzano, Imperia, Lavagnese, Legnano, Pont Donnaz Hone Arnad, Saluzzo, Sanremese, Sestri Levante, Vado, Varese. Si tratta, appunto, solamente di una ipotesi. L’unica certezza è che, a differenza dello scorso anno, le squadre savonesi in campo non saranno due.

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