Liguria. “Nella sanità italiana e ligure ci sono angeli di serie A e serie B: dopo l’ondata di retorica su chi, nelle strutture ospedaliere, laboratori e residenze per anziani, si è prodigato per curare gli italiani, ancora una volta emerge lo scandalo che a chi fa un uguale lavoro non sono riconosciuti uguali diritti”.
È la pesante critica dei segretari generali Laura Tosetti di Nidil Cgil, Simone Mara di Felsa Cisl e Roberta Cavicchioli di Uiltemp, che denunciano “l’inaccettabile esclusione dei lavoratori somministrati dal beneficio dei trattamenti economici accessori e integrativi in favore del personale sanitario impegnato durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19, oltre al perdurare della situazione di discriminazione per i lavoratori somministrati, esclusi dall’accesso alle quote riservate per l’ammissione ai concorsi pubblici, nonostante abbiano prestato diversi anni al servizio della pubblica amministrazione”.
“I lavoratori somministrati della sanità (12mila in tutta Italia e quasi un migliaio in Liguria) sono, dal punto di vista della formazione e del lavoro richiesto, totalmente identici ai dipendenti delle Asl ma invece dipendono da agenzie interinali che ‘li mandano in missione’ nelle strutture pubbliche a riempire i vuoti della sanità – proseguono i rappresentanti sindacali – Uguale lavoro ma minori diritti. Per questo da settimane sollecitiamo inutilmente le istituzioni nazionali e regionali e le rappresentanze politiche ad una presa di responsabilità”.
Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp di Genova, in linea con le segreterie nazionali, ritengono necessaria una mobilitazione del comparto sanità e di tutti i lavoratori interessati sul tema del riconoscimento dei trattamenti economici accessori e integrativi e chiedono formalmente, con lo stato di agitazione dei lavoratori somministrati del comparto, “la procedura di raffreddamento e il relativo tentativo di conciliazione agli uffici della Prefettura (come previsto dalla legge n° 146 del 12 giugno 1990, come modificata ed integrata dalla legge n°83 dell’11 aprile 2000)”.
A questo proposito chiedono “un urgente incontro con le strutture della Regione per trovare una strada per risolvere questa scandalosa situazione”, concludono i segretari generali.