Liguria. “Sanità costosa e di scarsa qualità, disavanzo in aumento, fughe in crescita. Ma anche alcune ombre nell’operazione di aggregazione delle società savonesi Ire e Ips e sul parco tecnologico della Valbormida. La parifica di bilancio della Corte dei Conti della Liguria dimostra tutta l’inadeguatezza della giunta Toti, certifica il disastro della sanità – il territorio savonese è uno dei più colpiti – e mette in luce anche una fitta serie di errori in altri settori”.
L’affondo arriva da Mauro Righello, vicecapogruppo Pd in Regione Liguria, all’attacco dell’amministrazione regionale dopo le critiche espresse nella relazione della Corte dei Conti.
“Sul fronte sanitario la Corte dei Conti assegna alla Liguria un triste primato: siamo la peggior regione italiana, dopo il Molise, per il disavanzo. Non ci sarà alcun pareggio nel 2020, come promesso da Toti, e la Liguria dimostra una“scarsa attrattività” del proprio sistema sanitario, con “i costi che superano costantemente le entrate“. Così molti liguri sono costretti ad andare a farsi curare fuori regione, facendo salire il conto delle fughe sanitarie. D’altra parte il tentativo maldestro di privatizzazione degli ospedali del ponente genovese è un esempio lampante della pessima gestione della Giunta Toti-Viale, che in cinque anni ha demolito la sanità pubblica, per aprire le porte ai grandi gruppi Lombardi (e non solo), salvo poi scrivere bandi di gara sistematicamente impugnati”.
“Sono gravi anche le annotazioni della Corte dei Conti sulla vicenda Ire-Ips. con la Regione che contrae un mutuo per pagare i debiti di Ips nei confronti di soggetti terzi. Infine il caso del parco tecnologico della Valbormida che, come rileva la Corte, è in costante perdita di esercizio e non riesce a camminare con le proprie gambe”.
“Insomma un disastro diffuso, che riguarda molto da vicino il territorio savonese. A dirlo, ormai, non è più solo l’opposizione. Il fallimento del centrodestra in Regione è sotto gli occhi di tutti” conclude Righello.
“La Corte dei Conti boccia, senza appello, la Giunta Toti sulle società partecipate. Una gestione che si è dimostrata, fin da subito, l’esatto contrario di quanto annunciato inizialmente da questa maggioranza. Toti aveva promesso interventi di razionalizzazione contro quelli che il centrodestra aveva più volte definito carrozzini pubblici, ma come dimostrano i pesantissimi rilievi fatti nell’ultima parifica della magistratura contabile è andata molto diversamente. Secondo il procuratore Claudio Mori, infatti, la Ragione con la Giunta Toti ha gestito le partecipate “in modo non economico, senza una valutazione delle risorse investite” e non ha adempiuto alle norme statali in materia di razionalizzazione delle partecipazioni” rincara tutto il gruppo Pd in Regione.
“Nel caso del parco tecnologico della Valbormdia la procura sostiene che siano stati consumati 6 milioni di euro in assenza di alcun vantaggio per la collettività”.
“Inoltre, sempre secondo la Corte dei Conti, la Regione usa le partecipate per eludere i limiti di finanza pubblica per le consulenze, affidando le stesse consulenze alle proprie società in-house che a loro volta le affidano all’esterno. Due casi emblematici sono quelli di Liguria International e Liguria Ricerche, quest’ultima, nel 2018, ha speso in consulenze 374 mila euro a fronte di un costo sociale totale di 779 mila euro. Non solo. La Regione, in questi anni, ha utilizzato risorse pubbliche “per risolvere problemi di carattere economico-finanziario” delle partecipate. La finanziaria Filse, si legge nella relazione della Corte dei Conti, viene utilizzata per raggiungere risultati “che altrimenti sarebbero vietati, dando luogo a un fenomeno palesemente elusivo”. Molto spesso, infatti, scrive nella sua relazione il procuratore Mori, “le risorse pubbliche sono volte a risolvere i problemi di carattere economico-finanziario delle partecipate attraverso un intervento di Filse, che fornisce liquidità” per “garantire la sopravvivenza delle società stesse, quindi, in palese violazione del principio di economicità della scelta”. La Corte dei Conti punta il dito contro “la totale mancata considerazione del criterio della ragionevolezza economica” di molte operazioni legate alle partecipate, rilevando un “abuso dello strumento societario” e la “mancata trasparenza delle scelte effettuate, laddove lo strumento societario è utilizzato per eludere vincoli di finanza pubblica,ovvero per aggirare le più stringenti regole del mercato”.
“Un caso emblematico è l’aggregazione Ire-Ips, operazione per la quale la Regione ha contratto un mutuo per ripianare debiti di terzi. Anche qui le parole della Corte sono durissime: l’aggregazione, definita “palesemente elusiva” si configura, secondo i giudici, “come un mero artificio per finalità indebite e prive di ragionevolezza”, tanto che gli stessi magistrati contabili liguri ravvisano anche una violazione della legge sugli aiuti di Stato, sollevando la questione di pregiudizialità comunitaria alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Di fronte a una relazione di questo tipo anche il politico più spregiudicato si andrebbe a nascondere per la vergogna” conclude il gruppo Pd regionale.
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