Modifiche

Regionali 2020, in Liguria scatta la parità di genere. E Toti ci riprova con l’abolizione del listino

Via libera in giunta alla nuova legge elettorale con la doppia preferenza, anche nel listino. Ma il governatore vorrebbe ancora abolirlo

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Liguria. Doppia preferenza di genere, limite del 60 per cento dei candidati del medesimo sesso per la formazione delle liste regionali per garantire un’adeguata rappresentanza di entrambi i sessi. E’ questa la modifica approvata oggi dalla giunta regionale alla legge elettorale in vigore, la numero 43 del 1995. L’introduzione della doppia preferenza di genere è stata caldamente consigliata dal premier Giuseppe Conte che ha scritto anche alla Liguria. Anche il listino del presidente dovrà adeguarsi prevedendo l’alternanza tra uomini e donne. Ora la nuova legge elettorale dovrà ricevere il semaforo verde anche in consiglio.

Il disegno di legge approvato dalla giunta regionale prevede modifiche alla legge elettorale di Regione Liguria e in particolare che nelle liste provinciali concorrenti i candidati del medesimo sesso non possano eccedere il 60% del totale, e la possibilità, per l’elettore di esprimere fino a due voti di preferenza per candidati appartenenti alla medesima lista. In caso di espressione di due preferenze, le stesse devono essere espresse a favore di candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Per consentire la formazione di liste di candidati che permettano di garantire effettivamente la rappresentanza di entrambi i generi, si prevede che le liste di candidati di ogni circoscrizione siano composte da un numero di candidati pari ai seggi da assegnare nella stessa, aumentati di un terzo, in quanto nelle circoscrizioni provinciali con un minor numero di seggi da attribuire, il suddetto rapporto non risulterebbe garantito in base alle norme attualmente vigenti.

A realizzarsi (per ora) sarà dunque l’unica modifica su cui tutte le forze politiche erano d’accordo in partenza: nella stessa lista i candidati dello stesso sesso non potranno superare il 60% del totale. L’elettore potrà esprimere fino a due voti di preferenza, a patto che siano di sesso diverso, pena l’annullamento del secondo nome espresso.

Il listino bloccato di sei nomi (più quello del candidato presidente), che costituisce il premio di maggioranza per la coalizione vincitrice, dovrà prevedere l’alternanza obbligatoria tra uomini e donne.  Tra le regioni al voto a settembre solo Liguria e Puglia non si erano ancora adeguato, pur in presenza di una norma nazionale del 2016.

Per consentire la formazione di liste di candidati che permettano di garantire effettivamente la rappresentanza di entrambi i generi, si prevede che le liste di candidati di ogni circoscrizione siano composte da un numero di candidati pari ai seggi da assegnare nella stessa aumentati di un terzo, in quanto nelle circoscrizioni provinciali con un minor numero di seggi da attribuire il suddetto rapporto non risulterebbe garantito in base alle norme attualmente vigenti. Nel collegio di Imperia – che elegge tre consiglieri – le liste andranno quindi allungate a quattro nomi (altrimenti ciascun genere sarebbe rappresentato al 66,6% violando la soglia).

“Siamo una delle poche regioni che non ha ancora questo genere di opportunità  che ci è stata sollecitata da alcune Associazioni e dal governo, attraverso il Presidente del Consiglio che potrebbe usare poteri sostitutivi per farlo direttamente – ha spiegato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Non farlo, pertanto, richiederebbe di far iniziare la prossima legislatura sotto una selva  di ricorsi. Siamo ben consapevoli che sulla legge elettorale non vi è un vincolo di maggioranza e che occorre una maggioranza qualificata che coinvolga anche le opposizioni, ma non sarebbe certo un bel segnale che il consiglio regionale della Liguria si facesse imporre un simile atto di civiltà da un altro ordinamento dello Stato”.  Il presidente Toti ha ribadito di aver voluto dare uno stimolo al consiglio regionale affinché procedesse in tal senso, per evitare che il governo possa esercitare poteri sostitutivi verso l’assemblea regionale.

“Lo abbiamo fatto consapevoli di essere in zona Cesarini su sollecitazione diretta del presidente Conte”, ha commentato Toti. Sollecitazione che potrebbe poi trasformarsi in una legge nazionale per costringere le regioni inadempienti ad adeguarsi. “Dall’altro lato questo avviene per sollecitazione di molte associazioni che combattono per la parità di genere e potrebbe preludere a un eventuale ricorso, cosa che vorremmo evitare perché la prossima legislatura non parta con una spada di Damocle”.

La modifica introdotta oggi dalla giunta regionale comporta alcuni cambiamenti: a cominciare dall’allungamento delle liste e anche dalle modifiche nella composizione del listino del presidente dove è prevista una rappresentanza di genere e un’alternanza di genere: “In pratica – ha spiegato Toti – il listino partirà dal nome del presidente candidato, il secondo esponente sarà una donna, il terzo un uomo, il quarto una donna, il quinto un uomo e il sesto una donna. Se non dovesse scattare l’intero listino composto da sei candidati più il presidente, ci si fermerà a tre persone di cui due donne e un uomo”.

Ancora fumata nera, dunque, per l’abolizione del listino, caldeggiata nei mesi scorsi da Toti ma rimasta lettera morta per le frizioni interne al centrodestra stesso. Ora, dopo le aperture del centrosinistra nelle ultime ore, dal governatore arriva una nuova mano tesa: “Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono disponibili a ulteriori ragionamenti. Il nostro lavoro di amministrazione si ferma qui, questo è il minimo indispensabile che ci viene richiesto. Se poi i gruppi politici a partire da oggi vorranno ampliare la discussione, su questo non c’è vincolo di maggioranza ed è piena determinazione del consiglio”.

Il vicepresidente e assessore regionale alla sanità Sonia Viale: “Sono soddisfatta di avere approvato oggi in giunta la nuova legge elettorale che promuove l’equilibrio di genere. Nella mia esperienza politica ho sempre lavorato bene con le colleghe e nella Lega ho incontrato tante donne capaci. Ora in consiglio regionale siamo solo quattro donne su 31 consiglieri. Per questo motivo ritengo sia importante promuovere la presenza femminile con una legge regionale che lasci la libertà di scelta all’elettore e promuova l’equilibrio di genere nelle candidature. Sono certa che il consiglio regionale saprà cogliere e valorizzare questa opportunità”.

Toti ha confermato che nessuno degli assessori o consiglieri uscenti sarà inserito nel listino perché “il premio di governabilità deve essere distribuito in liste scelte con preferenze dagli elettori e non in liste bloccate”. Tra le forze politiche sarebbero soprattutto quelle con minor peso ad avvantaggiarsi del listino, ma la nuova composizione con parità di genere costringerebbe a rivedere molti piani (in quello di Toti dovrebbero esserci tre uomini e tre donne), oltre al fatto che in caso di vittoria con percentuali superiori al 50% gli eletti potrebbero essere sei e non tre. Ed è per questo che un accordo politico potrebbe arrivare in extremis prima delle elezioni a settembre.

Il capogruppo regionale della Lega Franco Senarega: “Siamo favorevoli alle quote di genere anche in Liguria e in tal senso ricordo che avevamo già presentato una proposta di legge regionale che prevedeva l’introduzione della doppia preferenza di genere. Inoltre, siamo favorevoli all’abolizione del listino. Certo è che la modifica di una legge regionale deve raccogliere un’ampia condivisione perché detta le regole valide poi per tutti. In ogni caso non ci interessano i presunti egoismi personali, che potrebbero anche vanificare l’esito delle elezioni in caso di ricorsi. Pertanto, occorre andare avanti con la nuova legge elettorale regionale”.

“Siamo pronti – ha aggiunto il presidente del consiglio regionale Alessandro Piana – a rispettare quelle che sono le disposizioni del Governo. Tanto è vero che abbiamo calendarizzato le commissioni consiliari e domani nella riunione dell’ufficio di presidenza integrato stabiliremo le sedute del consiglio regionale per portare questo importante provvedimento in votazione”.

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